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  • 26 marzo 2024 - martedì della Settimana Santa

    Gv 13, 21-33. 36-38 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore. Gesù viene tradito da Giuda. Gesù annuncia che uno dei suoi discepoli lo tradirà. Giovanni gliene fa svelare l'identità. Gesù taglia corto: dice a Giuda "quello che vuoi fare, fallo presto". E' notte nel cuore del traditore, è notte anche nel cuore degli altri discepoli, che sono sicuri di sè, come Pietro, che si sente dire da Gesù che l'avrebbe presto rinnegato. Gesù deve avviarsi verso la Passione solo. Soltanto le donne gli saranno fedeli. Gesù, aiutaci a comprendere il mistero profondo del cuore umano, pronto a fuggire di fronte alla sofferenza propria ed altrui; e guarisci questo nostro cuore, perchè ti ami e ti segua. sr M. Angela

  • 25 marzo 2024 - lunedì della Settimana Santa

    Gv 12, 1-11 Dal Vangelo secondo Giovanni Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore. Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania (Gv 12,1), la casa dei suoi amici. E colpisce che il protagonista di questo episodio non è Marta, Maria, o Lazzaro, e neppure uno dei commensali. Non è neanche Gesù. Ma a dominare la scena è il profumo: Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo (Gv 12,3). Intenso, impalpabile il profumo non lo vedi, non lo tocchi, eppure c’è, concreto, reale, e trasforma quel normale banchetto in qualcosa di prezioso, di assolutamente unico: In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto (Mt 26,13). Tutta la Bibbia è attraversata da una vera e propria cascata di profumi: nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo, con ogni specie di alberi d’incenso, mirra, aloe e cassia con tutti gli aromi migliori (Ct 4,14). Stando ai tuoi piedi, o Salvatore, la donna versa l’unguento profumato sul tuo corpo, riempiendo tutto di profumo e riempiendo se stessa di profumo, il profumo del perdono, il profumo della Vita: il tuo nome infatti è unguento effuso (cfr. Ct 1,3b). E anticipa così, in certo qual modo, l’unzione del tuo corpo con aloe e mirra da parte di Nicodemo. Anche noi, all'inizio della Grande Settimana, come un vaso pieno di prezioso profumo, vogliamo versare ai tuoi piedi, o Signore, il nostro amore, la nostra gratitudine, il nostro pentimento. E come nardo prezioso, salga a te il nostro ringraziamento, o Salvatore che doni la vita per ciascuno di noi! sr Marialuisa

  • 24 marzo 2024 - Domenica delle Palme

    Inizia la settimana santa. Nella settimana santa la Chiesa celebra i misteri della salvezza portati a compimento da Cristo negli ultimi giorni della sua vita, a cominciare dal suo ingresso messianico in Gerusalemme fino alla sua beata passione e gloriosa risurrezione. La Domenica delle palme « della Passione del Signore », nella quale la Chiesa dà inizio alla celebrazione del mistero del suo Signore morto, sepolto e risorto, unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l'annunzio della sua gloriosa passione. I due aspetti del mistero pasquale vengano messi in luce nella catechesi e nella celebrazione di questo giorno. L'ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato con la solenne processione, con cui i cristiani, imitando le acclamazioni dei fanciulli ebrei, vanno incontro al Signore al canto dell'« Osanna ». La processione sia una soltanto e fatta prima della Messa con maggiore concorso di popolo, anche nelle ore vespertine sia del sabato che della domenica. I fedeli si raccolgano in una chiesa minore o in altro luogo adatto fuori della chiesa verso la quale la processione è diretta. I fedeli partecipino a questa processione cantando e portando in mano rami di palma o di altri alberi. Il sacerdote e i ministri precedono il popolo, portando anch'essi le palme. Le palme vengono benedette per essere portate in processione. Conservate religiosamente in casa, richiamano alla mente dei fedeli la vittoria di Cristo celebrata in questo giorno con la processione. Mc 11,1-10 + Dal Vangelo secondo Marco Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito"». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». Parola del Signore. In genere quando viene letto il Vangelo della Passione, si avverte intensamente il desiderio tutto spirituale di fermarsi in un atteggiamento di contemplazione adorante, densa di stupore tanto che ci si chiede: "Come si è potuto giungere ad uccidere un Innocente? un errore giudiziario?". Assolutamente sì, ma doveva, era "necessario", che Gesù morisse sulla Croce per dimostrarci l'amore del Padre verso di noi peccatori: sì, perchè Gesù è morto, versando tutto il suo Sangue Preziosissimo, per dare a noi la gioia di essere liberati per sempre dalla morte; morte, che non ha l'ultima parola, perchè il suo corpo Divino-umano, esangue nel livore di un fisico che sembra aver perduto ogni sembianza di bellezza (cfr. Is 53,12), che verrà veramente sepolto "in un sepolcro nuovo scavato nella roccia" (cfr. Mt 27,60), dopo tre giorni risorgerà glorioso. Il sepolcro vuoto del nostro amato Redentore rimarrà nei secoli vuoto: ora, il "grande assente" occupa nel cielo, alla destra del Padre il trono di gloria e, Nuovo Mosè, intercede incessantemente per noi presso il Padre: questo è il compito ben preciso, che Egli solo può efficacemente svolgere. Sappiamo che Padre, Figlio e Spirito Santo sono tutta e soltanto onnipotenza d'Amore: comunque vada la storia umana "alla fine tutto sarà bene" (Giuliana di Norwich, reclusa). Infine, vorrei citare S. Teresa Benedetta della Croce, morta nel campo di concentramento di Auschwitz: "Il mondo è in fiamme... ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata. La Croce è la via che dalla terra conduce al Cielo. Che l'abbraccia, con fede, amore, speranza, viene portato in alto, fino nel seno della Trinità. Il mondo è in fiamme Desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal cuore apereto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell'Inferno...". Questa contemplazione ci muove ad "andare" a lenire le ferite di questa nostra povera umanità, offesa e vilipesa, torturata e uccisa in questo terribile inferno di una "guerra a pezzi" che sembra non finire mai. Signore Gesù, quando hai gridato a gran voce e sei spirato, il centurione disse "veramente questo uomo era Figlio di Dio" (Mc v39). Secondo l'affermazione di Caterina Emmerick, mistica, si convertì perchè quel grido è il grido di vittoria dei soldati valorosi. Donaci di credere che Tu sei il Figlio di Dio, così da "accostarci al trono della grazia" (cfr. Eb 4,16), il Sacramento della riconciliazione, e celebrare nella tua Risurrezione, la nostra vita nuova. Fa' che prendiamo, sempre di nuovo, consapevolezza della tua Presenza reale nell'ostia consacrata-corpo, anima, sangue e divinità - per crescere nell'Amore verso Dio - Trinità d'amore e i fratelli. Amen sr M. Liliana

  • 23 marzo 2024 - sabato della V settimana del Tempo di Quaresima

    Gv 11, 45-56 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell'anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore. Si avvicina l’ora di Gesù. I capi dei sacerdoti e i farisei tramano contro di Lui. Secondo loro Gesù fa troppi segni e per questo motivo si attira la simpatia del popolo e lo distoglie dall’ascoltarli.  Caifa – sommo sacerdote quell’anno –  profetizza la sua morte per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Gesù sente tutta l’ostilità che ha suscitato e sa che lo cercano per toglierlo di mezzo, ma continua la sua missione, Egli che ha risuscitato Lazzaro, liberandolo dalle catene della morte, sceglie di offrire la Sua vita nell’ora che il Padre ha deciso. Gesù cosa ha davanti a sé? “L’ora, cioè il momento, l’appuntamento a cui era orientata tutta la sua vita, fin dall’inizio” scrive Saverio Xeres. E prosegue: “Questo punto focale della sua esistenza era proprio la Croce: lì sarebbe apparso in piena evidenza quel modo di essere grande e impensabile di Dio che Gesù, in tutta la sua esistenza, aveva testimoniato… Talmente intensa è la luce che emana dal Calvario, così grandi gli orizzonti aperti da quella Croce, che non è così urgente preoccuparsi subito di decidere che cosa dobbiamo fare noi. La prima cosa da fare è semplicemente non fare nulla; piuttosto guardare lasciarsi guardare da quel Crocifisso; stupirsi e lasciarsi attrarre; sentirsi così piccoli di fronte ad un amore così grande. Il resto verrà, ma il primo passo per una vita nuova è proprio quello di con-vertirci, cioè di ‘volgerci verso’ lui. Viviamo troppo ripiegati su noi stessi, sui nostri guai o sulle nostre piccole ambizioni. Egli, invece, vuole attirarci tutti a sé.” (cfr. Saverio Xeres*, L’albero della Vita, Tempo di Quaresima e Pasqua, Vita e Pensiero 2018, pp 13-14). Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me! Buona Settimana Santa a tutti! Sr. Chiara

  • 22 marzo 2024 - venerdì della V settimana del Tempo di Quaresima

    Gv 10, 31-42 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore. Quelle pietre... Non le hanno scagliate contro la povera donna colta in flagrante adulterio, ma le hanno serbate per Te, Signore Gesù. "Portarono pietre per lapidarti": per scagliarti addosso i loro cuori di pietra. Volevano scagliare su di te la loro rabbia, la loro ostilità perchè la Tua Parola, spada a doppio taglio, aveva colto in flagrante la loro malvagità. "Perchè Tu che sei uomo Ti fai Dio!". "Rifiutano di capire e di compiere il bene" rifiutano Te uomo e Dio. Sì, rifiutano, non accettano nè le Tue parole, nè le opere che tu compi perchè queste rivelano le loro menzogne, la loro ipocrisia. Le Tue opere sono fatte nel Padre e con il Padre, ma poichè loro hanno un altro padre, le loro opere sono fatte nelle tenebre con il padre della menzogna. Inciampano sulle loro pietre, sulle loro opere tenebrose, sulla loro ipocrita "giustizia" e "non potranno più rialzarsi". Tu non Ti accascerai sotto il cumulo delle loro pietre, ma sarai innalzato sul legno della Croce perchè tutti, attirati dalla Tua misericordiosa Bontà vedano spalancarsi la PORTA DEL TUO CUORE TRAFITTO e odano il Tuo grido: "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno". E se qualcuno vuole restare a distanza a osservare lo spettacolo, la pietra del sepolcro sarà la loro sorte per sempre, sepolti nelle tenebre, mentre i figli della luce canteranno per sempre: "Tu sei veramente il Figlio di Dio". sr M. di Gesù Bambino

  • 21 marzo 2024 - giovedì della V settimana del Tempo di Quaresima

    Gv 8,51-59 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno''. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ''È nostro Dio!'', e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio Parola del Signore. "Prima che Abramo fosse, io sono", afferma Gesù alla fine di questa lunga discussione con i giudei che hanno creduto "in lui" o, meglio, "a lui". Credere "a lui" è dar credito alle sue parole, credere "in lui" è aderire alla sua persona. Si può dar credito al suo messaggio, senza accettare la sua persona. Ma la verità è sempre "carne"; per questo, quando si rivela in Gesù, è rifiutata dall'ideologia religiosa. Non si può accettare il suo messaggio su Dio e sull'uomo, se non si accetta che lui stesso è il suo messaggio: è la carne della Parola, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio. Tu sei il volto stesso di Dio, tu sei il sorriso del Dio di Israele, tu sei il Figlio venuto a svelarci la profonda identità del Padre. Noi crediamo che prima che Abramo fosse tu sei, sì o Signore, nostro Dio, tu sei il Dio dei nostri padri, a te gloria nei secoli. sr M. Margherita

  • 20 marzo 2024 - mercoledì della V settimana del Tempo di Quaresima

    Gv 8, 31-42 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore. Gesù oggi nel vangelo ci fa riflettere sul senso della parola libertà. Che cos' è la libertà? Non è l' atteggiamento di un singolo che decide da sé ciò che vuole fare e lo mette in pratica. Gesù stesso non ha mai agito da solo, ha vissuto ogni sua parola, ogni sua opera in comunione con il  Padre. Gesù, liberamente, ha sempre compiuto la volontà del Padre suo. Noi ci illudiamo di essere liberi quando facciamo ciò che vogliamo, ciò che abbiamo deciso, in realtà se il nostro cuore non è libero dal peccato, siamo schiavi perché il peccato è una forza che ci costringe a fare il male. San Paolo stesso dice nella lettera ai Romani di non compiere il bene che vuole, ma il male che non vuole. " Io sono carnale, venduto come schiavo al peccato. Non riesco a capire ciò che faccio, infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto"(Rm 7, 14-15). Se siamo schiavi non abitiamo una casa, ma una prigione, solo il Figlio si sente libero in casa sua. Il nostro Santo Cottolengo ha voluto fondare una "Casa", la Piccola Casa della Divina Provvidenza, nella quale i suoi figli liberi abitassero per sempre. Signore Gesù, libera i nostri cuori e le nostre menti da tutto ciò che ci schiavizza, perché possiamo vivere nella tua casa la vita nuova dei figli amati. Sr. Maria Bruna

  • 19 marzo 2024 - martedì - San Giuseppe, sposo della Vergine Maria - solennità

    Solennità di san Giuseppe, sposo della beata Vergine Maria: uomo giusto, nato dalla stirpe di Davide, fece da padre al Figlio di Dio Gesù Cristo, che volle essere chiamato figlio di Giuseppe ed essergli sottomesso come un figlio al padre. La Chiesa con speciale onore lo venera come patrono, posto dal Signore a custodia della sua famiglia. Regola generale di tutte le grazie singolari partecipate a una creatura ragionevole è che quando la condiscendenza divina sceglie qualcuno per una grazia singolare o per uno stato sublime, concede alla persona così scelta tutti i carismi che le sono necessari per il suo ufficio. Naturalmente essi portano anche onore al prescelto. Ecco quanto si è avverato soprattutto nel grande san Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù Cristo e vero sposo della regina del mondo e signora degli angeli. Egli fu scelto dall’eterno Padre come fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, il Figlio suo e la sua sposa, e assolse questo incarico con la più grande assiduità. Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote Mt 1, 16.18-21.24 Dal Vangelo secondo Matteo Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore. Parola del Signore. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa» (Mt 1,20). Oggi celebriamo la Solennità di San Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria. Dalle poche informazioni trasmesse dai vangeli su di lui emergono i tratti di una persona fedele ai propri principi, ma non risparmiata dalla croce dei dubbi e della solitudine. Infatti, Giuseppe si ritrova senza appoggi di fronte a un amaro imprevisto: la sua fidanzata è incinta, e non di lui. Sa che, se rispetta la Legge, la espone alla lapidazione. D’altro canto, come potrebbe tenerla con sé? Decide, perciò, di ricorrere al compromesso del ripudio in segreto. Inaspettata, però, accade una svolta: gli appare in sogno un angelo che gli fornisce la chiave di lettura di tutta la vicenda, proclamando l’innocenza di Maria e sottolineando che lei è sua sposa. Giuseppe non avrebbe mai potuto, da solo, risolvere l’intricata evidenza di un figlio illegittimo. Ora, invece, fidandosi di Dio che gli parla, guarda alla realtà con occhi nuovi, scoprendo una verità che supera oltremodo le sue aspettative. Tutti, prima o poi, sperimentiamo l’assurdità, la sofferenza, la solitudine. Tuttavia, c’è una differenza fra chi smette di credere nei sogni, e chi, al contrario, come Giuseppe, non spegne la speranza, ma tende l’orecchio. C’è chi ha saputo fidarsi della voce degli angeli (una parola amica? Un raggio di sole inaspettato? Uno sguardo incoraggiante? Una lettura? Un fiore che perfora il terreno arido?...) e si è sentito ricordare la propria dignità, non già di figlio di Davide, ma, ancor più, di figlio amato da Dio. C’è chi ha trovato il coraggio di non temere le avversità e che le ha attraversate con fede invece di scansarle o negarle. Vivere come Giuseppe è possibile. Certo, potremmo obiettare che lui era speciale perché aveva ricevuto la missione senza pari di portare al mondo il Figlio di Dio e di custodirlo. L’obiezione, però, non sussiste: anche a noi è conferito questo mandato, se liberamente lo accogliamo, perché come cristiani siamo chiamati non solo ad essere custodi di Cristo, ma addirittura ad essere abitati da Lui che vive in noi (cfr. Gal 2,20). San Giuseppe, ti preghiamo: sii tu il nostro angelo quando, di fronte alle contrarietà, siamo impediti a guardare oltre. Aiutaci a tendere l’orecchio per cogliere la voce di Dio in ogni cosa e a sentire che Lui stesso ci prende in braccio quando si tratta di attraversare le nostre valli oscure (cfr. Sal 130; Sal 22). Deo gratias! Sr. Maria Chiara Amata

  • 18 marzo 2024 - lunedì della V settimana del Tempo di Quaresima

    Gv 8, 1-12 (anno A-B) Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più». C: Parola del Signore. A: Lode a Te o Cristo. Il Vangelo di oggi ci presenta una pecora smarrita, una pubblica peccatrice, una adultera. Donne come questa erano in grave peccato secondo la legge. Ma pensandoci bene se scorriamo la Sacra Scrittura, Israele stesso viene considerato "adultero" davanti a Dio. Soprattutto in Osea ci sono diversi brani che parlano del continuo prostituirsi di Israele ad altri dei: "Il paese non fa che prostituirsi allontanandosi dal Signore" (Os 1,2). Se questa donna rappresenta tutto Israele, il Signore, ancora una volta farà provare un nuovo dono di amore e perdono al suo popolo amato, alla sua primogenitura. Possiamo sentire Gesù dire all'adultera: "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell'amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. " (Os 3,1). E' come se con questo racconto il Signore volesse dirci che cosa ha fatto Dio in antico per Israele, Gesù lo continua a fare con ciascuno di noi: non ci abbandona nonostante il nostro peccato, Gesù ci salva. Gesù ancora una volta si commuove davanti alla donna peccatrice: "Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione" (Os 11,8b). La donna adultera, come Israele e l'uomo di tutti i tempi, caricato del suo peccato è paralizzato: può fare poco o niente per cambiare e avvicinarsi a Dio. E' il Signore che si fa' vicino e dice: "Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poichè la mia ira si è allontanata da loro" (Os 14,5). "Sarò come rugiada per Israele... fiorirà come un giglio e metterà radici" (Os 14,6). Il Signore è come rugiada per ciascuno di noi... e dice anche a me: "Neanch'io ti condanno". Buona giornata sr M. Chiara

  • 17 marzo 2024 - V domenica del Tempo di Quaresima

    Gv 12, 20-33 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire. Parola del Signore. Dopo aver parlato del chicco di grano che deve morire per non rimanere solo, Gesù aggiunge: "Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo". Come per Gesù, al vero servo non sarà risparmiato alcun turbamento, alcuna tentazione. Per questo un giorno il servitore si è lasciato conquistare da Gesù, per questo egli ha deciso di seguirlo. Questa scelta fondamentale, condivisa da tutti i cristiani, testimonia quanto siano scarse le differenze reali tra i veri servi di Gesù. Nessun servo di Gesù sarà mai dispensato dal seguire il Maestro fino alla strettoia pasquale, a queste gole della tentazione e della morte in cui noi entreremo a nostra volta quando sarà giunta la nostra ora. E attraverso di esse - d'ora in poi non possiamo più avere alcun dubbio - Gesù ci salverà. Infatti è per questa ora di turbamento, e allo stesso tempo di immensa fiducia, che anche noi esistiamo: Padre, glorifica il tuo nome! sr M. Barbara

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