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  • 16 aprile 2024 - martedì della 3a settimana del Tempo di Pasqua

    A Nevers sempre in Francia, santa Maria Bernarda Soubirous, vergine, che, nata nella cittadina di Lourdes da famiglia poverissima, ancora fanciulla sperimentò la presenza della beata Maria Vergine Immacolata e, in seguito, preso l’abito religioso, condusse una vita di umiltà e nascondimento. Gv 6, 30-35 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore. Lode a Te o Cristo. Forse anche noi vogliamo da Gesù dei segni eccezionali per credere? Lo mettiamo alla prova chiedendo guarigioni o aiuti per situazioni difficili da superare? Chiediamo di essere aiutati per dare la nostra fiducia al nostro Salvatore? Possiamo imparare da Santa Bernadette che oggi festeggiamo il giusto atteggiamento: apertura alla grazia di Dio, ma sempre con tanta umiltà e fiducia. Chiediamo al Signore di aprire i nostri cuori e poter vedere ciò che già compie nella storia e nella nostra vita e per poter assecondare la sua opera. La Carità di Cristo ci spinga e allarghi i nostri cuori, regni nella nostra comunità e in tutto il mondo. Questo è il segno eccezionale che aiuterà anche i nostri fratelli e sorelle a credere. Buona giornata. sr M. Chiara

  • 15 aprile 2024 - lunedì della 3a settimana del Tempo di Pasqua

    Gv 6, 22-29 Dal Vangelo secondo Giovanni Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, vide che c'era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Parola del Signore. Lode a Te o Cristo. Le folle cercano Gesù perchè hanno mangiato. Vogliamo garantirsi la vita, non hanno ancora capito che la vita è entrare in relazione con Lui e vivere come Lui, che si fa dono per i fratelli. Il Vero cibo che dà la vita è ascolto della Sua Parola. Ogni volta che riceviamo il pane di vita, Gesù viene a dare un senso nuovo alle nostre fragilità. Ci ricorda che ai suoi occhi siamo più preziosi di quanto pensiamo e soprattutto ci guarisce con amore da quelle fragilità che da soli non possiamo risanare. sr M. Barbara

  • 14 aprile 2024 - III domenica del Tempo di Pasqua

    Lc 24, 35-48 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore. Il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere sulla verità incontestabile di Gesù, Uomo e Dio, veramente morto, come uomo, e veramente risorto, come Dio, per Divina virtù propria, con il suo vero Corpo: il Corpo di Figlio dell'uomo illuminato di Luca, che irraggia splendore. Ciò significa che è necessario guardarlo e contemplarlo con gli occhi interiori della Fede, per riconoscerne oltre lo splendore la vera umanità e giungere a concludere che Egli l'ha assunta proprio per poter portare alla beatitudine del bel Paradiso la nostra umanità. Questo non può che farci esultare "di gioia indicibile" (1 Pt 1,8), perchè Egli, con la Sua gloriosa morte, ha sconfitto per sempre la morte proprio per noi, per l'Amore grande che l'ha portato ad affrontare come "prode" valoroso (cfr. Ger 20,11). Contempliamo con stupore adorante e grande riconoscenza questa luminosa pagina di Vangelo e nel Suo Nome portiamo a tutti coloro che incontriamo nel nostro quotidiano il lieto annuncio che noi siamo nati in Cristo non per la morte, ma per vivere, oltre la morte fisica, quella Vita "Altra" che ci attende lassù, la vita della nostra anima immortale e quando finirà quest'oggi, la risurrezione dei nostri corpi che si ergeranno sulla polvere trasfigurati da una divina metamorfosi in corpi gloriosi: vedremo Dio, Trinità Santa, "così come Egli è, perchè saremo simili a Lui" (cfr. 1 Gv 3,2). Chiediamo al Signore Gesù la grazia di essere nel nostro quotidiano "una fiamma creata da nostro Signore per rischiarare il mondo" una lampada da Lui forgiata per brillare e donare luce" (Saint Charbel) a questo nostro povero mondo martoriato da guerre fratricida. Diciamo al Signore: Concedici per la potenza della tua gloriosa Risurrezione la pace e la fraterna convivenza tra i popoli a cui tutti aneliamo. Amen. sr M. Liliana

  • 13 aprile 2024 - sabato della II settimana del Tempo di Pasqua

    Gv 6, 16-21 Dal Vangelo secondo Giovanni Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l'altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Parola del Signore. È buio. Il mare è agitato. Soffia un forte vento. I discepoli sono soli, Gesù non li aveva ancora raggiunti, e devono attraversare all’altra riva del mare. Che cosa può dire a noi questo quadro di “desolazione”? La traversata del mare indica la traversata della vita. Il mare è il mio stesso cuore, un mare in cui si possono scatenare piccoli o grandi, improvvise tempeste. Chi non ha conosciuto qualcuna di queste tempeste quando tutto intorno è buio e la barchetta della nostra vita comincia a traballare? Che cosa fare? A che cosa attaccarci, da che parte gettare l’ancora, come arrivare all’altra riva? Non ci sono ricette magiche su come scansare nella vita le tempeste, la vita non ci risparmia le difficoltà. Gesù non ci evita i problemi, ma ci dà la forza per superarli. Che cosa ha salvato i discepoli dal naufragio? Aver preso Gesù sulla loro barca. Questo è l’unico mezzo, affinché la nostra barchetta “tocchi la riva alla quale è diretta”. Un aneddoto parla di un uomo che fece un sogno. Vedeva due paia di orme che si stampavano sulla sabbia del deserto e capiva che un paio erano le orme dei suoi piedi e l’altro dei piedi di Gesù che gli camminava a fianco. A un certo punto, il secondo paio di orme scompare e capisce che questo avviene proprio in corrispondenza di un momento difficile della sua vita. Allora si lamenta con Cristo che l’ha lasciato solo nel momento della prova. “Ma io ero con te!”, risponde Gesù. “Come eri con me, se sulla sabbia non c’erano che le orme di due piedi?”. “Erano le mie, risponde Gesù. In quei momenti ti avevo presso sulle mie spalle!”. Ricordiamocelo anche noi quando ci sentiamo soli nella prova. Passiamo insieme all’altra riva, la riva della fiducia e dell’abbandono,io ed tu che mi leggi. Gesù è con noi. sr M. Benedetta

  • 12 aprile 2024 - venerdì della II settimana del Tempo di Pasqua

    Gv 6, 1-15 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù passò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C'era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore. Vediamo Gesù seguito da una folla che lo cerca per il pane materiale. Gesù soddisfa la fame di questa gente, con la collaborazione di un ragazzo, ma la gente non comprende il valore del suo dono,  cerca solo il pane per sfamarsi. Il Vangelo di oggi, con il gesto del pane spezzato e donato ci ricorda il ‘Dono’ che Gesù fa di Sé nell’Eucarestia: Gesù ci dona Sé stesso, per farci vivere  di Lui e in Lui, nel Dono della salvezza. Nell’offrire il pane materiale a quanti lo seguono, il Signore Gesù vuole condurli a dischiudere il cuore al Suo Dono senza misura che è l’Eucarestia. Anche noi siamo invitati a spalancare il cuore per conoscere ed accogliere l’amore del Signore nel dono della Sua Parola e dell’Eucarestia ‘perché questo dono del suo ineffabile amore giovi sempre per la nostra salvezza’ (dalla Liturgia). Signore, ti ringraziamo perché “in questo grande mistero tu nutri e santifichi i tuoi fedeli, perché una sola fede illumini e una sola carità riunisca l’umanità diffusa su tutta la terra” ( prefazio dell’Eucarestia II), e ti preghiamo affinché Maria, tua Madre,  ci insegni ad aprire il nostro cuore e la nostra vita al “Dono” che Tu fai di Sé stesso come Pane di vita, nel rendimento di grazie. Buon cammino, nella gioia pasquale. Deo gratias! Sr Maria Antonietta

  • 11 aprile 2024 - giovedì della II settimana del Tempo di Pasqua

    Memoria di san Stanislao, vescovo e martire, che fu strenuo difensore della civiltà e dei valori cristiani tra le ingiustizie del suo tempo; resse come buon pastore la Chiesa di Cracovia, prestando soccorso ai poveri e visitando ogni anno il suo clero; mentre celebrava i divini misteri, fu ucciso dal re di Polonia Boleslao, che aveva severamente rimproverato. Armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide. Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire Gv 3, 31-36 Dal Vangelo secondo Giovanni Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore. I  discepoli di Giovanni Battista si recano dal loro maestro per dirgli che Gesù ha più successo di lui nella predicazione: " Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui".(3, 26). Il Vangelo di oggi riporta  la risposta di Giovanni ai suoi discepoli. Il Battista riconosce la superiorità del Cristo non come chi è sconfitto in una competizione, ma come l'amico che gioisce per la presenza dello Sposo. Al Battista che ama così intensamente è rivelata più in profondità l'identità di Colui che il Padre ha mandato: è il Figlio, il Signore che ha potere su ogni cosa, sulla vita e sulla morte. Gesù non è un rabbì qualunque, ma l'Inviato di Dio che dona lo Spirito di Dio come fonte di vita nuova. Anche nella lettura degli Atti degli Apostoli Pietro parla del dono dello Spirito che Dio dà "a coloro che si sottomettono a Lui". Questa sottomissione consiste nella fede stessa nel nome di Gesù. La risurrezione di Cristo ha posto nell'universo un nuovo principio di vita: quello della vita che vince la morte. Nella forma estrema del servo, nella sua Croce, Gesù ha rivelato non solo il suo amore, ma la sua solidarietà con tutte le nostre esperienze umane, anche le più estreme e difficili.  La fede nel Risorto non sta nel credere che Dio può tutto, ma che in Lui anche noi, piccoli e poveri come siamo, possiamo superare i limiti del nostro egoismo, della nostra brama di potere e di ricchezza. Chiediamo a Dio ed Egli con il dono dello Spirito trasformerà in vita anche  la nostra morte interiore dovuta ai nostri peccati, alla nostra indifferenza verso Dio e gli altri, al peso delle nostre sofferenze, e ci renderà capaci di pensieri e azioni nuove: perdonare, incoraggiare, guardare qualcuno senza giudicarlo, amare con tenerezza. Risorgere con Cristo è  amare con un amore più forte del male. sr Maria Daniela

  • 10 aprile 2024 - mercoledì della II settimana del Tempo di Pasqua

    Gv 3, 16-21 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore. Stiamo camminando nella luce della Pasqua, e oggi abbiamo la possibilità di ascoltare Gesù, che come luce è venuto nel mondo, a colloquio con Nicodemo. Anche dentro di noi c'è un piccolo o grande Nicodemo: una persona che si interroga a riguardo della sua fede, che sa valutare le questioni grandi della sua vita, che non prende posizione sulla parola di altri ma desidera approfondire e conoscere veramente i fatti e le persone. Questo, forse, lo aveva spinto ad andare da Gesù di notte, per avere più libertà e non farsi condizionare dai giudizi dei suoi compagni. Gesù non è venuto per condannare ma per salvare: questo Evangelo, questa bella notizia, risuoni oggi nella nostra vita, soprattutto là dove qualcosa ancora ha bisogno di essere rischiarato e di venire alla luce. Se faremo verità, andremo verso la luce, verso Gesù Luce del mondo, "perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio". Sr Anna Maria

  • 9 aprile 2024 - martedì della II settimana del Tempo di Pasqua

    Gv 3, 7-15 Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna». Parola del Signore. Gesù parla a Nicodemo delle cose di Dio, e si stupisce che un "maestro in Israele" non le sappia. Bisogna rinascere dall'alto, cioè dallo Spirito. Colui che è nato dallo Spirito è libero e anche imprevedibile agli occhi delle nostre logiche umane. "Nessuno è mai salito al cielo se non il Figlio del l'uomo, che è disceso dal cielo". Gesù cerca in ogni modo di farsi capire, ma le cose spirituali sono difficili da comprendere per noi, che siamo abituati alle logiche terrene. Gesù, aprici la mente e il cuore a comprendere ciò che supera l'umano, facci fare esperienza di te. sr M. Angela

  • 8 aprile 2024 - Annunciazione del Signore

    Solennità dell’Annunciazione del Signore, quando nella città di Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo», e Maria rispondendo disse: «Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola». E così, compiutasi la pienezza dei tempi, Colui che era prima dei secoli, l’Unigenito Figlio di Dio, per noi uomini e per la nostra salvezza si incarnò nel seno di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo e si è fatto uomo. Il Figlio di Dio fa dunque il suo ingresso in mezzo alle miserie di questo mondo, scendendo dal suo trono celeste, senza lasciare la gloria del Padre. Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa Lc 1, 26-38 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. Parola del Signore. Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te (Lc 1,28). L’angelo Gabriele saluta Maria con la gioia: Rallegrati, tu che sei ricolma di grazia, perché più di ogni altra creatura hai incontrato il favore del Re, Dio Padre, al punto da essere scelta quale Madre di Dio, suo Figlio. Perciò, rallegrati figlia di Sion, perché davvero grande è il Signore in mezzo a te. Tu sei "kecharitomene", la "piena di grazia", cioè la Prediletta amata da Dio, oggetto d'un amore personale, termine di un dono speciale. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene (2Cor 9, 8). Allora Maria disse: Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formata nel segreto, ricamata nelle profondità della terra. Per questo, l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha fatto di me una meraviglia stupenda. Voi siete, infatti, una lettera di Cristo, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori (2Cor 3,3). Perciò, non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. E con te, Maria, anche noi rendiamo continuamente grazie al nostro Dio a motivo della grazia di Dio che ti è stata data in Cristo Gesù, perché in lui sei stata arricchita di tutti i doni (cfr. 1Cor 1,4-5). Ma anche tu, o uomo, chiunque tu sia, sei "kecharitomene", sei caro a Dio, sei uscito dal suo Cuore prima che dal ventre di tua madre, e sei amato da Lui come se fossi unico (sant'Agostino). sr Marialuisa

  • 7 aprile 2024 - 2a Domenica del tempo di Pasqua - Domenica della Divina Misericordia

    Gv 20, 19-31 Dal Vangelo secondo Giovanni La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore. Lode a Te o Cristo. Il Vangelo di oggi è come la compilation del tuo cantante preferito. Non sai quale brano scegliere di ascoltare per primo perché sono uno più bello dell’altro e ognuno racconta qualcosa di te. E allora li ascolti, ancora una volta, tutti. Oggi c’è il “brano” della divina misericordia, della pace, del dubbio di Tommaso…Scegliamo di ascoltare il brano del Risorto Ferito. Nel cuore della SS. Trinità Gesù non ha semplicemente portato la nostra umanità, ma le ferite, le piaghe della nostra umanità, tutte le piaghe. Le ha prese, le ha raccolte con attenzione e delicatezza; le ha accolte e le ha portate davanti al trono della Divina Misericordia. Ecco il nostro Re! Ecco il suo trono! Ogni nostro dolore, ogni tuo dolore, madre che hai perso un figlio, figlio che hai perso la mamma, giovane che sei senza speranza, anziano che vivi nella solitudine, bimbi violati da adulti non cresciuti…ogni sfumatura di dolore, anche il tuo, è già nella Vita eterna. Nessuna tua ferita è inutile e senza senso, se guardi al Ferito Risorto e lo riconosci: “Mio Signore e mio Dio!” Oggi vince la nostra classifica questo brano: “Mio Signore e mio Dio!”. Cantiamolo insieme non in chiave di solitudine, ma sulle note della speranza, perché il Signore Gesù è davvero Risorto e ha vinto ogni morte. “Mio Signore e mio Dio!”. Facciamone il “tormentone” della nostra vita, ogni giorno. Oggi. …come le onde del mare…mio Signore e mio Dio! Deo gratias! Sr. M. Patrizia

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