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11 aprile 2024 - giovedì della II settimana del Tempo di Pasqua

Memoria di san Stanislao, vescovo e martire, che fu strenuo difensore della civiltà e dei valori cristiani tra le ingiustizie del suo tempo; resse come buon pastore la Chiesa di Cracovia, prestando soccorso ai poveri e visitando ogni anno il suo clero; mentre celebrava i divini misteri, fu ucciso dal re di Polonia Boleslao, che aveva severamente rimproverato.


Armiamoci, fratelli carissimi, raccogliamo tutte le forze e disponiamoci alla battaglia con animo integro, con fede piena e con virtù solide.

Dalle «Lettere» di san Cipriano, vescovo e martire





Gv 3, 31-36

Dal Vangelo secondo Giovanni


Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.


Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.


Parola del Signore.


... senza misura dà lo Spirito ...

 I  discepoli di Giovanni Battista si recano dal loro maestro per dirgli che Gesù ha più successo di lui nella predicazione: " Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui".(3, 26). Il Vangelo di oggi riporta  la risposta di Giovanni ai suoi discepoli. Il Battista riconosce la superiorità del Cristo non come chi è sconfitto in una competizione, ma come l'amico che gioisce per la presenza dello Sposo. Al Battista che ama così intensamente è rivelata più in profondità l'identità di Colui che il Padre ha mandato: è il Figlio, il Signore che ha potere su ogni cosa, sulla vita e sulla morte. Gesù non è un rabbì qualunque, ma l'Inviato di Dio che dona lo Spirito di Dio come fonte di vita nuova. Anche nella lettura degli Atti degli Apostoli Pietro parla del dono dello Spirito che Dio dà "a coloro che si sottomettono a Lui". Questa sottomissione consiste nella fede stessa nel nome di Gesù. La risurrezione di Cristo ha posto nell'universo un nuovo principio di vita: quello della vita che vince la morte. Nella forma estrema del servo, nella sua Croce, Gesù ha rivelato non solo il suo amore, ma la sua solidarietà con tutte le nostre esperienze umane, anche le più estreme e difficili.  La fede nel Risorto non sta nel credere che Dio può tutto, ma che in Lui anche noi, piccoli e poveri come siamo, possiamo superare i limiti del nostro egoismo, della nostra brama di potere e di ricchezza. Chiediamo a Dio ed Egli con il dono dello Spirito trasformerà in vita anche  la nostra morte interiore dovuta ai nostri peccati, alla nostra indifferenza verso Dio e gli altri, al peso delle nostre sofferenze, e ci renderà capaci di pensieri e azioni nuove: perdonare, incoraggiare, guardare qualcuno senza giudicarlo, amare con tenerezza. Risorgere con Cristo è  amare con un amore più forte del male.

 

sr Maria Daniela

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