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30 giugno 2022 - giovedì della XIII settimana del T.O.

Mt 9, 1-8 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».

Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Àlzati e cammina"? Ma, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati - disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.

Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.


Parola del Signore.

... Alzati e cammina ...

Nel Vangelo odierno ci viene presentata la figura di un paralitico. Chi è questo paralitico? Non ha un nome. Di quale tipo di paralisi soffre? Non lo sappiamo. Tutto ciò che sappiamo, è che i suoi amici l’hanno portato da Gesù. Forse lui non voleva, forse non sperava più in una guarigione, forse era così dalla nascita. Possiamo fantasticare come vogliamo su questa figura, ma torniamo a noi. Siamo sicuri che la figura del paralitico sia lontana da noi?

Davanti al Signore, con cuore umile, facciamo verità dentro di noi e chiediamoci quali sono le paralisi che ci portiamo dentro e quali frutti ci portano. Queste paralisi possono essere idee, paure, prevenzioni, ferite. Queste paralisi ci bloccano, sono come mura da abbattere. Riusciamo guarire da soli? Abbiamo il coraggio e l’umiltà di riconoscere che abbiamo bisogno degli altri, che abbiamo bisogno di Dio, o ci crediamo persone onnipotenti che possono fare a meno di tutti e di tutto?

Noi siamo cristiani e ancora oggi, dopo 2000 anni di Vangelo crediamo che solo Gesù possa guarirci dalle paralisi che ci gettano nella tristezza, nell’angoscia, nella paura e nella sfiducia. Per guarire occorre avere fede. Se anche, per assurdo, la nostra fede non ci fosse, ci salverebbero l’amicizia e la fede del fratello.

Per la fede di quanti hanno portato il paralitico da Gesù, Lui lo guarisce. Cosa strana è che Gesù non dice al paralitico: “Sei guarito”, ma: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Questo ci insegna che Gesù prima guarisce l’anima, la guarigione del corpo è solo una conseguenza. Ciò che veramente conta è la guarigione dell’anima. Quante persone hanno implorato la grazia della guarigione e magari non hanno ottenuto il miracolo, però hanno ricevuto la pace del cuore e la forza per affrontare la prova in cui si trovavano.

Questo vuol dire che Dio non ci ascolta? Non vuole che noi stiamo bene? Dio esaudisce davvero le nostre preghiere? La preghiera esaudita è sempre un miracolo? “Quello che noi consideriamo “miracolo” nella Bibbia è espresso da due termini…”le grandi opere di Dio” e “segni”. Ora un segno è qualcosa tra due persone, qualcosa che presuppone una certa conoscenza tra loro due, che loro due capiscono. La preghiera è sempre un segno. Chi può dire che sono stato esaudito? Non si può provare se non con la relazione. E questi segni possono essere così piccoli che nessuno se ne accorge o talmente grandi da diventare “le grandi opere di Dio”. (Cfr. Tomáṧ Ṧpildìk- Pregare nel cuore).

Sr. M. Benedetta




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