Lc 24, 46-53
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore. Lode a Te o Cristo.
Oggi, nostro Signore Gesù Cristo è asceso al cielo.
Per contemplare la scena dell’Ascensione, facciamo insieme un esercizio d’immaginazione collegandoci al passo di Gen 28.12, dove Giacobbe sogna una scala che poggia sulla terra, mentre la sua cima raggiunge il cielo.
Possiamo immaginare che la scala che poggia sulla terra, ci porti a una stanza superiore affacciata sul cielo. Dai finestrini di questa stanza possiamo contemplare l’ingresso trionfale di Gesù in cielo, che viene acclamato da “una moltitudine immensa, che nessun può contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stanno in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tengono rami di palma nelle loro mani. E gridano a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono e all’Agnello”.(Cfr Ap 7,9-10)
La cima di questa scala ci porta alla “città santa, la Gerusalemme nuova, che è la tenda di Dio con gli uomini. Lì non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno. Lì Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi”. (Cfr Ap 21,3-4)
Con la sua ascensione, Gesù ha portato la nostra umanità in cielo.
Tutto il cielo è in festa e noi siamo stati resi da Gesù cittadini del cielo: “Così dunque noi non siamo più stranieri né ospiti, ma siamo concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù”.(Cfr. Ef 2, 19-20)
Scrive S. Cirillo d’Alessandria: “Il cielo infatti era assolutamente irraggiungibile per gli uomini, e mai prima di allora la natura umana era penetrata nel puro e santissimo luogo degli angeli. Cristo per primo ha inaugurato per noi quella via di accesso e ha dato all’uomo di ascendervi, offrendo se stesso a Dio Padre quale primizia dei morti e di quelli che giacciono nella terra, e manifestandosi primo uomo agli spiriti celesti”.
Oggi, Gesù entra in cielo senza lasciare il cielo della nostra anima. Lui per primo ha compiuto la grande scalinata spianandoci e indicandoci la via.
Ogni giorno siamo chiamati a salire un gradino su questa scala che rappresenta la scala della vita. Ci potrà capitare di fare un gradino avanti e uno indietro, oppure due gradini insieme, oppure di essere fermi sullo stesso gradino. Non importa, quello che conta è non darsi mai per vinti. Salendo questa scala, ogni giorno di più possiamo intravedere quale tesoro Gesù è andato a preparare per ciascuno di noi.
Abbiamo capito che la scala che poggia sulla terra e la cui cima raggiunge il cielo si trova nella nostra anima. I gradini per i quali salire sono rappresentati dalla quotidianità della vita di ciascuno.
Di questa bella e affascinante “salita” nello stare con Gesù ogni giorno della nostra vita, noi siamo testimoni.
Accogliamo le parole di Isacco di Ninive, come rivolte a noi oggi: ”Sforzati di entrare nella cella del tesoro che è dentro di te e vedrai quella che è in cielo: l’una e l’altra sono un’unica cella, e per una sola porta le vedrai entrambe. La scala che conduce al Regno è nascosta dentro di te, nella tua anima. Tu immergiti in te steso, lontano dal peccato e lì tu troverai i gradini per i quali salire.”
Sr M. Benedetta
pubblicato sulla Gazzetta d'Asti
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