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28 maggio 2023 - Domenica di Pentecoste

Gv 20, 19-23 Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».


Parola di Dio


Ricevete lo Spirito Santo.

LA GIOIA DI VEDERE IL SIGNORE


Oggi abbiamo la possibilità di contemplare l’incontro del Risorto con i suoi discepoli. L’iniziativa è sempre di Gesù: loro, infatti, sono così pieni di paura, di sconcerto per tutto l’accaduto che non possono far altro che chiudersi in casa. E’ molto bello pensare che Gesù, come prima cosa, augura loro la pace, come facevano e fanno ancora oggi i nostri fratelli ebrei quando si incontrano: Shalom! E’ un augurio che, insieme alla pace, racchiude ogni benedizione, di prosperità, di salute, di benessere. E Gesù non dice tante parole, ma offre se stesso da vedere: mostra loro le mani e il fianco, i segni dei chiodi, le sue ferite. Quelle ferite, anche se Risorto, ci sono ancora e rimangono e rimarranno sempre come sigillo del suo amore per noi. Papa Francesco, sovente, ci insegna che quelle ferite sono ciò che Gesù mostra continuamente al Padre implorando pietà per noi peccatori. Nella Messa a Santa Marta, nel giugno 2014, ebbe a dire: “C’è una cosa che Gesù fa oggi, sono sicuro che la fa: fa vedere al Padre le sue piaghe. E Gesù con le sue piaghe prega per noi, come se dicesse: Padre, questo è il prezzo! Aiutali, proteggili, sono i tuoi figli che ho salvato. … Altrimenti non si capisce perché Gesù dopo la risurrezione ha avuto questo corpo glorioso, bellissimo: non c’erano i lividi, non c’erano le ferite della flagellazione, tutto bello, ma c’erano le cinque piaghe. E Gesù ha voluto portarle in cielo per pregare per noi, per far vedere al Padre il prezzo”. Il Padre, del resto, in Gesù porta a compimento la promessa fatta ai padri per mezzo dei profeti: “Aprirò le vostre tombe, vi farò uscire dai vostri sepolcri. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete” (Ez 37,13-14)

E tutto questo suscita gioia nel cuore dei discepoli. Penso sia la gioia di chi ha ritrovato l’amore, il senso della propria vita, il coraggio di andare avanti nonostante tutto. E’ immediato collegarla alla gioia dei Magi quando hanno visto la stella, e che questa li avrebbe guidati fino a trovare il Bambino, che tanto stavano cercando. Quando troviamo il senso della nostra vita, quando ritroviamo la speranza, ecco sgorgare questa gioia, che è dono dello Spirito. “Il frutto dello Spirito è …gioia” scrive san Paolo ai Galati (5,22)

Vedere il Risorto che ha sconfitto la morte ha certamente infiammato il cuore dei discepoli, ha riacceso in loro il coraggio di annunciare, di andare oltre le mura dove si erano rinchiusi per paura. Possa lo Spirito anche oggi farci passare oltre le nostre paure e tutto quello che ci blocca nel nostro camminare dietro il Signore Gesù, Agnello vittorioso. Dalla pienezza della Pasqua, che oggi festeggiamo, lo Spirito irradi luce e forza nelle giornate “ordinarie” che da domani riprendiamo, accompagnati per mano da Maria, Madre della Chiesa. Buon cammino!

Sr Anna Maria

pubblicato sulla Gazzetta d'Asti

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