Mc 2, 13-17
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?".
Udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori".
Parola del Signore.
Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori "dice Gesù". Ma sulla terra "non c'è nessun giusto, neppure uno" (Sl 14), perchè "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" Rm 3,23. Il Signore quindi è venuto per noi: è il medico e il salvatore di tutti. Però lo accolgono solo quelli che sanno di essere malati e perduti. I giusti restano sempre nella lista d'attesa della salvezza finchè non si riconoscano peccatori. Guai se ci sentissimo a posto: non avremmo nel cuore quell'arsura che ci permette di essere continuamente alla ricerca di Dio.
La chiesa, amici, è la comunità di quelli che, come Levi, hanno incontrato lo sguardo gonfio di tenerezza del Cristo e si sono lasciati riconciliare. La chiesa è un popolo di perdonati, non di giusti. Perciò proprio perchè perdonati, la chiesa accoglie chi, nel suo cuore, riconosce di essere amato e perdonato e perciò fa festa.
sr M. Margherita
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