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12 settembre 2022 - lunedì XXIV settimana TO

Santissimo Nome della beata Vergine Maria: in questo giorno si rievoca l'ineffabile amore della Madre di Dio verso il suo samtissimo Figlio ed è proposta ai fedeli la figura della Madre del Redentore perché sia devotamente invocata.


La devozione al nome di Maria nacque in epoca medievale, insieme a quella per il nome di Gesù. La festa liturgica fu introdotta in tutta la Chiesa occidentale da Innocenzo XI dopo la vittoria sui Turchi a Vienna, avvenuta il 12 settembre 1683. Il nome nella Bibbia indica l'identità e la missione di una persona. Ora, se il nome di Maria è forse di origine egiziana, esso contiene la radice del verbo «amare». Ella è dunque l'Amata in cui non vi è difetto (cf. Ct 4, 7), «piena di grazia», come la chiama l'angelo Gabriele (Lc 1, 28). Maria è pertanto l'immagine e la primizia della Chiesa, Sposa che la grazia di Dio ha trasformato da "non-amata" in "amata" (cf. Os 1, 6; 2, 3).

 

Lc 7, 1-10 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.

Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».

Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa».

All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Parola del Signore.

«Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».

Signore Gesù, Tu sei disceso dal cielo per soccorrerci e addossarti la nostra debolezza, per cambiare la nostra tristezza in gioia (Gv 16,20), per guarire la nostra infermità e strapparci dalla morte. Ma non da tutti e neppure dalla tua gente sei stato accolto ed ascoltato. Per questo resti ammirato della fede di un pagano, apparentemente "lontano" da Te, ma in verità più vicino di quelli della tua casa.

Le parole che tu rivolgi ancora oggi nei suoi confronti ci scuotono, ci interpellano, ci fanno rientrare in noi stessi: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande" (Lc 7,9).

Sentendo questa affermazione, questa testimonianza di Gesù riguardo al Centurione ci tornano alla mente le parole pronunciate riguardo al nostro santo fondatore, S. G.B. Cottolengo: "C'è più fede nel Cottolengo che in tutta Torino".

Il Centurione non aveva visto, nè parlato direttamente con Gesù, ma aveva creduto in ciò che gli era stato riferito di Lui, delle sue opere e delle sue parole.

Prima ancora che Gesù si mettesse in cammino per andare verso di lui e guarire il suo servo, lo aveva incontrato, lo aveva raggiunto con la sua fede.

Umiltà e fiducia hanno spalancato la porta del suo cuore... e per questo non solo è stato guarito il suo servo, ma lui stesso: il suo cuore è stato trasformato dalla grazia ed è divenuto figlio di Dio, infatti "A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figlio di Dio" (Gv 1,12).

Signore Gesù, abbi pietà di noi e aumenta la nostra fede.

Deo gratias!

sr M. di Gesù Bambino

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