Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell'Ordine dei Minori, seguì san Francesco,conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell'estrema indigenza e infermità, permise di essere separata.
Felice certamente chi può esser partecipe del sacro convito, in modo da aderire con tutti i sentimenti del cuore a Cristo, la cui bellezza ammirano senza sosta tutte le beate schiere dei cieli, la cui tenerezza commuove i cuori, la cui contemplazione reca conforto, la cui bontà sazia, la cui soavità ricrea, il cui ricordo illumina dolcemente, al cui profumo i morti riacquistano la vita e la cui beata visione renderà felici tutti i cittadini della celeste Gerusalemme. Poiché questa visione é splendore di gloria eterna, «riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia» (Sap 7, 26), guarda ogni giorno in questo specchio, o regina, sposa di Gesù Cristo.
Dalla «Lettera alla beata Agnese di Praga» di santa Chiara, vergine
Gv 6, 41-51
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: "Io sono il pane disceso dal cielo". E dicevano: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?".
Gesù rispose loro: "Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo".
Parola del Signore.
I vostri antenati, nel deserto, mangiarono la manna e poi morirono... Io, invece, ci assicura Gesù, sono il pane vivo disceso dal cielo e se uno mangia di questo pane vivrà per sempre. Gli Israeliti che mangiarono la manna nel deserto e morirono comunque, non avevano visto il segno della moltiplicazione dei pani, nè Colui che aveva compiuto un tale prodigio, eppure quanti erano presenti a ciò che era avvenuto, non ascoltarono le parole e l'invito di Gesù e, ciechi e sordi, non vollero "gustare e vedere la Bontà del Signore".
"Nessuno nutre gli invitati con la propria carne; questo lo fa solo il Signore. Egli è Colui che invita. Egli è cibo e bevanda (S. Agostino).
"Se non posso essere visto, perchè sono apparso in una carne? Perchè molto semplicemente sono disceso? Perchè sono stato visto da tutti?" (Simeone il nuovo teologo).
Non vollero riconoscere nell'umanità di Gesù il "pane della vita", la pienezza della vita.
"Gesù Cristo nel suo Vangelo dice: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, sta in me e io in Lui: or dunque, sembra sia cosa buona rimanere con noi? Altro che buona, è ottima..." (S. Giuseppe Benedetto Cottolengo).
Signore Gesù, non può morire chi mangia la Tua carne e beve il Tuo Sangue: vivrà per sempre, perchè mangia e beve la vita che non muore, la vita eterna... e la vita eterna inizia già quaggiù, ora.
Tu sei la vita eterna, Signore Gesù!
Comments