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1 giugno 2023 - giovedì della 8a settimana Tempo Ordinario

Memoria di san Giustino, martire, che, filosofo, seguì rettamente la vera Sapienza conosciuta nella verità di Cristo: la professò con la sua condotta di vita e quanto professato fece oggetto di insegnamento, lo difese nei suoi scritti e testimoniò con la morte avvenuta a Roma sotto l'imperatore Marco Aurelio Antonino. Infatti, dopo aver presentato all'imperatore la sua Apologia in difesa della religione cristiana, fu consegnato al prefetto Rustico e, dichiaratosi cristiano, fu condannato a morte.


Giustino rispose: «Quella di adorare il Dio dei cristiani, che riteniamo unico creatore e artefice, fin da principio, di tutto l'universo, delle cose visibili e invisibili; e inoltre il Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, che fu preannunziato dai profeti come colui che doveva venire tra gli uomini araldo di salvezza e maestro di buone dottrine. E io, da semplice uomo, riconosco di dire ben poco di fronte alla sua infinita Deità. Riconosco che questa capacità é propria dei profeti che preannunziano costui che poco fa ho detto essere Figlio di Dio. So bene infatti che i profeti per divina ispirazione predissero la sua venuta tra gli uomini».

Dagli «Atti del martirio» dei santi Giustino e Compagni


 

Mc 10, 46-52 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».

Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.


Parola del Signore.


«Coraggio! Àlzati, ti chiama!».

A Gerico un mendicante siede lungo la strada, aspettando che qualche passante gli dia qualcosa. Si chiama Bartimeo ed è cieco. Il testo non dice come abbia perso la vista: un incidente? o forse una malattia? Non si sa, ma Bartimeo non si rassegna al suo handicap e quando sente che sta passando Gesù Nazareno, si mette a gridare: Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me! (Mc 10,47). Riconosce in quel Rabbì originale il Messia atteso, chiamandolo “Figlio di Davide”, colui che guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza (Sl 103,3-5).

Allora Gesù si fermò e gli disse: Che cosa vuoi che io faccia per te? (Mc 10,51). Qual è il desiderio che ti abita? Rabbunì, che io riabbia la vista (Mc 10,51), non solo quella fisica, persa forse tanto tempo fa, ma quella interiore che mi fa cercare e desiderare Te solo. Infatti, di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto! Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto (Sl 26,8-9). E Gesù gli disse: Va', e ti sia fatto secondo la tua fede (Mt 8,13). E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada (Mc 10,52).

Il cieco Bartimeo vede Gesù, vede la Sua via, si vede salvato non soltanto guarito, e pieno di gioia diventa discepolo di Gesù, diventa capace di percorrere quel cammino verso Gerusalemme alla sequela del Maestro, atto a far risplendere con la sua vita la Luce vera.

sr Marialuisa


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