Memoria di Sant'Ambrogio, Vescovo e Dottore della Chiesa
Nato a Trèviri verso l’anno 340 da una famiglia romana, studiò a Roma e iniziò la sua carriera pubblica a Sirmio, nella penisola balcanica. Nel 374, trovandosi a Milano, fu improvvisamente eletto vescovo della città e ordinato il 7 dicembre di quell’anno. Scrupolosissimo nell’adempimento del suo ufficio, esercitò una grande carità verso tutti come vero pastore e dottore del suo popolo. Sostenne strenuamente i diritti della Chiesa e difese con gli scritti e con l’azione la dottrina della vera fede contro gli ariani. Morì il sabato santo 4 aprile del 397.
Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la riversa su altri.
Dalle «Lettere» di sant’Ambrogio, vescovo
Mt 9, 35-10,1.6-8 Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Parola del Signore.
Gesù nella sua vita è stato splendore di bellezza e oggi, nel Vangelo, lo splendore raggiunge il massimo, quando dice ai suoi Apostoli “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. “Date e vi sarà dato”. “Imparate dal mio cuore”. S. Agostino dice: “Dio vuole che il suo dono diventi nostra conquista”. Anche san Paolo dice: “Chi dà lo faccia con gioia” perché la gratuità è la radice della vita e nel Vangelo “Amare è dare”. “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici”. È questo tutto il suo splendore e la sua GLORIA.
Sr. M. del Buon Consiglio
Comentarios