7 agosto 2025 - mercoledì della 18a settimana del T.O.
- Comunità Monastero Adoratrici
- 6 ago
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Ad Arezzo, san Donato, secondo vescovo di questa sede, di cui ilpapa san Gregorio Magno loda la virtù e l’efficacia della preghiera.
Solennità San Donato: patrono di Pralormo
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Gv 10, 11-16
Dal Vangelo secondo Giovanni
"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore."
Parola del Signore.

Gesù è il buon pastore, è colui che dona la vita per le sue pecore. Le conosce una ad una. «Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome e le conduce fuori» (Gv 10,3). Ma pensa anche a quelle che ora non sono insieme alle altre, nel recinto, perché anche quelle gli appartengono, sono sue. Anche loro impareranno a riconoscere la sua voce, perché è scritta nei nostri cuori, e lo accoglieranno quando il Signore andrà a cercarli per metterli sulle sue spalle e farli camminare con Lui sui sentieri della vita.
In questa data – 7 agosto – che ci è divenuta cara, perché celebriamo la solennità di San Donato, Patrono della Comunità parrocchiale di Pralormo di cui siamo parte, vogliamo pregare perché negli smarrimenti della nostra vita – chi di noi, infatti, non si è sentito qualche volta o molte volte come una pecorella smarrita? – sappiamo rivolgerci al Signore che desidera per noi vita in abbondanza. Per questo motivo Lui non si stanca di venire a cercarci per riportarci a casa, sempre vuole donarci la gioia di sentire il suo amore misericordioso che asciuga le nostre lacrime e ci avvolge nel suo abbraccio. Così facciamo nostre le parole di Sant’Ambrogio:
«Signore Gesù, cercami, perché io ti desidero. Cercami, trovami, accoglimi, portami. Tu puoi trovare colui che cerchi; ti degni di accogliere chi hai trovato e di prendere sulle tue spalle chi hai raccolto. Non ti stanca questo pietoso fardello, non ti è di peso portare colui che hai giustificato. Vieni dunque, Signore, perché anche se mi sono smarrito, tuttavia “non ho dimenticato i tuoi comandamenti”: conservo la speranza di essere guarito. Vieni, Signore, perché tu solo puoi richiamare la pecora che sta vagando. Vieni dunque, e cerca la tua pecora: non mandare servi o mercenari, ma vieni proprio tu. Signore Gesù, cercami, perché io ti desidero».
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