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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

6 gennaio 2020 - Epifania del Signore

Solennità dell’Epifania del Signore, nella quale si venera la triplice manifestazione del grande Dio e Signore nostro Gesù Cristo: a Betlemme, Gesù bambino fu adorato dai magi; nel Giordano, battezzato da Giovanni, fu unto dallo Spirito Santo e chiamato Figlio da Dio Padre; a Cana di Galilea, alla festa di nozze, mutando l’acqua in vino nuovo, manifestò la sua gloria.


Questo giorno cantava nei salmi Davide dicendo: «Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o Signore, per dare gloria al tuo nome» (Sal 85, 9); e ancora: «Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia» (Sal 97, 2).

Tutto questo, lo sappiamo, si è realizzato quando i tre magi, chiamati dai loro lontani paesi, furono condotti da una stella a conoscere e adorare il Re del cielo e della terra. Questa stella ci esorta particolarmente a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che dobbiamo seguire, con tutte le nostre forze, la grazia che invita tutti al Cristo. In questo impegno, miei cari, dovete tutti aiutarvi l’un l’altro.

Risplenderete così come figli della luce nel regno di Dio, dove conducono la retta fede e le buone opere.

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa



Mt 2, 1-12 Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: "E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele"». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese.


Parola del Signore.


Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

I magi seguono la stella. Per guardare le stelle dobbiamo alzare lo sguardo, uscendo all’aperto. Quanti giorni passano senza che noi guardiamo il cielo? Quando è stata l’ultima volta che ci siamo fermati e abbiamo staccato gli occhi dalla terra per guardare il cielo?

Durante il giorno forse succede ancora meno che durante la notte.

Nel buio la luce, per quanto piccola, della luna e delle stelle attirano il nostro sguardo.

Così il proposito di oggi può essere guardare il cielo, uscire dalle nostre case o città.

Abbiamo un po’ la sindrome della lumaca? Camminiamo portandoci dietro la casa e così facciamo fatica a uscire e così facciamo fatica a uscire e alzare lo sguardo. Ma non basta guardare le stelle: dobbiamo riconoscere la stella. Il Vangelo dice che i Magi hanno seguito la stella, non una stella qualunque.

Cosa è questa stella per noi? È ciò che ci porta a incontrare Dio in un bimbo cioè nella quotidianità più semplice.

M. M. Patrizia

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