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4 novembre 2020 - mercoledì della XXXI settimana del T.O.

Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo.


Vuoi che ti insegni come accrescere maggiormente la tua partecipazione interiore alla celebrazione corale, come rendere più gradita a Dio la tua lode e come progredire nella santità? Ascolta ciò che ti dico. Se già qualche scintilla del divino amore è stata accesa in te, non cacciarla via, non esporla al vento.

Dal Discorso tenuto da san Carlo, vescovo, nell’ultimo Sinodo

Lc 14, 25-33 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:

«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: "Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro".

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».


Parola del Signore.

... chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi ...

“Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”

(Mt 14,27).

Il cristiano è chiamato a seguire con tutto se stesso, con la propria croce, Gesù, che è “autore e perfezionatore della nostra fede” . S. Paolo invita a “correre con perseveranza nella corsa che ci sta davanti tenendo fisso lo sguardo su Gesù” , colui “che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12,1-2). Gesù per primo ha portato la croce, per aprire a noi il Paradiso, ci ha insegnato il cammino e dà la grazia per seguirlo, nella fatica dei giorni, per una gioia piena, come hanno fatto i Santi, che hanno portato la propria croce dietro a Gesù. Questi “non si fecero santi di getto, ma con l’esercizio della virtù, con la pazienza e con l’amore a Gesù e alla Vergine”. “Animiamoci anche noi a seguire i passi, gli esempi di quegli amici di Dio, perché anche noi siamo creati per amar Dio e farci santi” (S. G. B. Cottolengo).

Invochiamo Maria, Regina di tutti i Santi, ancora con l’invocazione del Santo Cottolengo: “Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci Santi”. Deo gratias!

Sr. Maria Antonietta

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