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4 agosto 2020 - martedì della XVIII settimana del T.O.

Memoria di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote, che per oltre quarant’anni guidò in modo mirabile la parrocchia a lui affidata nel villaggio di Ars vicino a Belley in Francia, con l’assidua predicazione, la preghiera e una vita di penitenza. Ogni giorno nella catechesi che impartiva a bambini e adulti, nella riconciliazione che amministrava ai penitenti e nelle opere pervase di quell’ardente carità, che egli attingeva dalla santa Eucaristia come da una fonte, avanzò a tal punto da diffondere in ogni dove il suo consiglio e avvicinare saggiamente tanti a Dio.


Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell’uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra.

Dal «Catechismo» di san Giovanni Maria Vianney, sacerdote

o.

Mt 15,1-2.10-14

Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione egli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!”.

Riunita la folla, Gesù disse loro:” Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo!”.

Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: “Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?”.

Ed egli rispose: “Ogni pianta, che non è stata piantata dal padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!”.

Parola del Signore.

... prendono cibo non si lavano le mani!

Le parole di Gesù di oggi sono parole che ci scuotono, soprattutto quando cerchiamo di rifugiarci dentro la tradizione. La libertà che Gesù è venuto a donarci non si lascia imprigionare da nulla, non vuole lasciarsi mettere negli schemi di “abbiamo sempre fatto così”. Infatti, di fronte alle lamentele di scribi e farisei che chiedono perché i suoi discepoli trasgrediscono le tradizioni dei padri, Gesù è libero di orientare lo sguardo verso quello che c’è dentro il cuore dell’uomo. Non è l’esteriorità a darci un’identità, neanche un rito o qualcosa di simile: ma quello che esce dal nostro cuore, che sappiamo bene essere così spesso cosa impura, malvagità, calunnia, inganno, invidia, brama di potere ecc …

Chiediamo al Padre, con tutto il cuore, di essere anche noi tra le piante che sono state piantate da Lui, così avremo in dono di non venire sradicati. Chiediamo anche la grazia di non lasciarci scandalizzare dalle parole di Gesù, ma di lasciarci convertire. Ci può aiutare Maria, che in questo mese festeggeremo in modo speciale come l’Assunta, il compimento bello di tutta la creazione e la redenzione operata da Gesù.

Sr Anna Maria

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