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31 luglio 2020 - venerdì della XVII settimana del T.O.

Memoria di sant’Ignazio di Loyola, sacerdote, che, nato nella Guascogna in Spagna, visse alla corte del re e nell’esercito, finché, gravemente ferito, si convertì a Dio; compiuti gli studi teologici a Parigi, unì a sé i primi compagni, che poi costituì nella Compagnia

di Gesù a Roma, dove svolse un fruttuoso ministero, dedicandosi alla stesura di opere e alla formazione dei discepoli, a maggior gloria di Dio.


Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E se facessi anch’io quello che ha fatto san Francesco; e se imitassi l’esempio di san Domenico? ». Queste considerazioni duravano anche abbastanza

a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati d’animo lo occupò per molto tempo.

Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca di sant’Ignazio




Mt 13, 54-58 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.

Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.


Non è costui il figlio del falegname?

Avete compreso tutte queste cose? chiese un giorno Gesù ai suoi discepoli, ed essi gli risposero: “Sì”.

Ma non tutti comprendevano il suo linguaggio, infatti mentre insegnava nella sinagoga quanti lo ascoltavano ed erano anche spettatori dei suoi prodigi, si chiedevano l’un l’altro: “Non è costui il figlio del falegname? E sua madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli e le sue sorelle … Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”

Le cose che tu, Signore Gesù, Parola del Dio vivente, hai rivelato ai piccoli, a coloro che ti amano e credono ai tuoi insegnamenti, non possono essere rivelate a quelli che stanno “rinchiusi” nelle loro “sinagoghe”, negli schemi della loro legge, perché “la legge del Signore è luce degli occhi e gioia nel cuore” dei semplici.

Non basta essere dottori della Legge e teologi insigni per conoscere i misteri del Regno: il Padre non rivela il suo volto a chi è munito della maschera della menzogna, dell’ostilità, dell’incredulità. Infatti, nella preghiera che Gesù rivolge al Padre dice: “Ti benedico, o Padre, perché hai tenute nascoste queste cose agli scaltri ed agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”. Illumina con il tuo Spirito, o Padre, i nostri occhi perché possiamo comprendere le Parole del tuo Figlio e come Maria sappiamo custodirle nel cuore, come un tesoro nascosto nel campo, disposti a vendere tutto, pur di seguire Lui, Via, Verità e Vita.

Sr. M. di Gesù Bambino

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