25 luglio 2025 - venerdì della 16a settimana del T.O.
- Comunità Monastero Adoratrici

- 24 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martirio.
I due discepoli rispondono: «Possiamo!». Promettono immediatamente, senza sapere ciò che chiedono, con la speranza che la loro richiesta sia soddisfatta.
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
Mt 20, 20-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore.

Oggi celebriamo la festa di San Giacomo, apostolo di Gesù, il primo che dona la vita per amore del Signore, come Suo testimone. Gesù ha scelto gli apostoli, “perché vadano e portino frutto e il frutto rimanga” (Gv 15,16)
La madre dei due discepoli, cerca la gloria per loro, quella del mondo, ma Gesù li riporta alla Sua missione, li fa riflettere, perché devono portare la Sua Parola alle genti , come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti, quella di dare la vita, di portare la vita, la ‘Sua vita’ ai fratelli, nel mondo, perché vivano la vita divina qui sulla terra, in vista della dimora del cielo
La madre di Giacomo e di Giovanni chiede a Gesù qualcosa di grande per i figli, ha capito che Gesù è una persona che ha valore, e desidera che i suoi figli siano sempre con Lui, ma senza conoscere il contenuto della domanda, e anche loro desiderano primeggiare. Gesù, con la sua risposta, li riporta alla realtà del suo messaggio: “Potete bere il calice che io bevo?” Loro rispondono con entusiasmo, senza conoscere la profondità del messaggio.
Ma Gesù li riporta al dono della Sua Vita, che non si rivela subito, ma che, secondo il pensiero del Padre, è dono per la salvezza di tutti gli uomini.
“Gli altri dieci, si sdegnano con i due fratelli”. Gesù ricompone l’armonia tra i dodici, riportandoli alla logica del servizio, come Lui “che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Chiediamo anche noi al Signore, di aiutarci a vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno, con semplicità e sincerità, senza pretese, pronti anche noi a partecipare al dono di Gesù così che anche ‘la sua vita si manifesti nella nostra carne mortale’ (cfr 2Cor 4,11).
Deo gratias!


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