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25 luglio 2020 - sabato della XVI settimana del T.O.

Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martiri.


Giacomo, invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti. Dopo la Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni interesse terreno, perverrà ad una virtù così elevata da essere ritenuto maturo di ricevere subito il martirio.

Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo

o.


Mt 20, 20-28 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore.

Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo.

«Potete bere il calice che io sto per bere? ». «Lo possiamo»... «Il mio calice lo berrete; però, sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato» (cfr. M 20,22-23)

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua... Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà (Lc 9,23.24b).

Dopo il suo intimo tormento vedrà la Luce e si sazierà della sua Conoscenza. Il giusto mio Servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini (Is 53,11-12a).

L’Apostolo Giacomo è il primo chiamato a bere il calice del martirio cruento che, con il fratello Giovanni, aveva affermato di poter bere.

Ha perso la propria vita per amore di Gesù e di tutte le anime che il Padre celeste aveva legato a questa sua vita: è tra coloro che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel Sangue dell’Agnello (cfr. Ap 7,14); entrando nella gloria della Trinità Santa, me lo immagino ormai libero da ogni pretesa di grandezza, pronunciare nel silenzio adorante del suo spirito: “Gloria a Te Padre, Gloria a Te, Figlio e Fratello Gesù, Gloria a Te Spirito Santo-Amore”.

Trinità Santa, per intercessione di San Giacomo Apostolo, concedici di seguire fedelmente Cristo sulla via stretta, ma gloriosa della Croce, amata, adorata e abbracciata, in Lui, per Lui e con Lui, in ogni evenienza delle nostre fragili esistenze, come Maria, che avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio fino alla croce... amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da Lei generata (cfr. Lumen Gentium, 58). Amen.


Sr M. Liliana

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