24 giugno 2025 - martedì della XII settimana T.O.
- Comunità Monastero Adoratrici

- 23 giu
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Solennità della Natività di san Giovanni Battista, precursore del Signore: già nel grembo della madre, ricolma di Spirito Santo, esultò di gioia alla venuta dell’umana salvezza; la sua stessa nascita fu profezia di Cristo Signore; in lui tanta grazia rifulse, che il Signore stesso disse a suo riguardo che nessuno dei nati da donna era più grande di Giovanni Battista.
La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. Di nessun santo, infatti, noi celebriamo solennemente il giorno natalizio; celebriamo invece quello di Giovanni e quello di Cristo. Giovanni però nasce da una donna avanzata in età e già sfiorita. Cristo nasce da una giovinetta vergine. Il padre non presta fede all’annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto.
La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede.
Sembra che Giovanni sia posto come un confine fra due Testamenti, l’Antico e il Nuovo.
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
Lc 1, 57-66. 80 Dal Vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.

"Per la sua nascita molti saranno nella gioia" dice l'angelo a Zaccaria al momento dell'annuncio della nascita del precursore.
Questa gioia riguarda innanzi tutto i suoi genitori. Il padre compiendo l'atto di fede di chiamare il bambino col nome detto dall'angelo, riacquista la parola. E' uscito dall'incredulità e subito riceve un segno che glielo conferma. La madre ha appreso anche lei il nome da dare al bambino e questa sua conoscenza appare misteriosa.
Come per la nascita di Gesù, i genitori hanno ricevuto entrambi la rivelazione del nome che Dio stesso vuole per il loro figlio e nella conoscenza del suo nome possono gioire della sua missione. Giovanni significa infatti "Jahvè è favorevole" e la missione di Giovanni sarà unica: quella di indicare al mondo il Figlio di Dio venuto in questo mondo.
Quale gioia fa nascere in noi questa festa? La gioia di credere che c'è un progetto di Dio anche sulla nostra vita e che la nostra preghiera è esaudita. Quante coppie di sposi lungo la storia hanno ottenuto con la preghiera il dono di un figlio. Ma non possiamo dimenticare che la preghiera è sempre fonte di fecondità! Diceva J. Ratzinger: " La preghiera non ha valore come pratica psicoterapeutica... attinge a una realtà, viene udita ed esaudita... Dio è uno che ha potere, capacità, volontà e pazienza di ascoltare l'uomo. Egli è così grande da potersi chinare amorosamente su ciò che è piccolo...solo dove l'uomo si spinge oltre se stesso e si dona, dove percepisce Dio come qualcosa di reale e gli si apre, soltanto là le porte del mondo si dischiudono per Dio e si crea uno spazio in cui egli può agire". Fortunati noi se accettiamo la sua presenza: la gioia accompagnerà i nostri passi e potremo diventare operatori di pace.


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