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22 ottobre 2020 - giovedì della XXIX settimana del T.O.

Memoria facoltativa di San Giovanni Paolo II, papa dal 22/10/1978 al 02/04/2005.

Nato a Wadovice, in Polonia, è il primo papa slavo e il primo Papa non italiano dai tempi di Adriano VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha ribadito di voler portare avanti l'eredità del Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, fu ferito gravemente con un colpo di pistola dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio il Vangelo, senza sconti. Molto importanti sono le sue encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor hominis", la "Dives in misericordia", la "Laborem exercens", la "Veritatis splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, e della dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del suo ministero apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione per il Vangelo e per la libertà dei popoli. Ovunque messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili: dall'incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme. Così Karol Wojtyla traghetta l'umanità nel terzo millennio. Papa Benedetto XVI lo ha beatificato il il 1° maggio 2011 ed Infine Papa Francesco, alla presenza del predecessore, ha canonizzato San Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014. Il suo corpo riposa in un altare laterale della Basilica di San Pietro in Vaticano.


Lc 12, 49-53 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra ...

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato e come sono angosciato finché non sia compiuto”.

Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo ma non potevo” (Ger 20,9)

“il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”

L’affermazione di Gesù sopra citata dal Vangelo di Luca e in versetti tratti da Geremia profeta e dal libro dell’Esodo ci interpellano e ci fanno riflettere: Gesù desidera questo fuoco, questo Battesimo di sangue che riceverà sulla croce. In Lui questo desiderio è incorruttibile, come lo è per Geremia, profeta scomodo per i suoi contemporanei, chiamato da Dio ad annunciare la sventura che si rovescerà sugli abitanti del paese. L’Esodo, con lo spettacolo del roveto che arde per il fuoco ma non si consuma, getta luce sul mistero profondo di Gesù che nella sua sovrana libertà di Signore del cosmo e della storia, va spontaneamente alla croce, soffre e muore su di essa; in virtù poi di questa stessa libertà, si riprende la vita e risorge il terzo giorno. Dunque questo roveto mi pare simbolo di Gesù che non ha subito la corruzione del sepolcro, simbolo del suo essere libero di dare e riprendere la sua vita. Signore Gesù, donaci questo fuoco d’Amore incontenibile, che arde per te e per tutti i nostri fratelli, e non cede ad altri la gloria della Croce, la tua gloria di Amore sofferente e glorioso. Amen.

Sr. M. Liliana

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