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20 settembre 2020 - XXV domenica del T.O.

Memoria dei santi Andrea Kim Tae-gon, sacerdote, Paolo Chong Ha-sang e compagni, martiri in Corea. In questo giorno in un’unica celebrazione si venerano anche tutti i centotrè martiri, che testimoniarono coraggiosamente la fede cristiana, introdotta la prima volta con fervore in questo regno da alcuni laici e poi alimentata e consolidata dalla predicazione dei missionari e dalla celebrazione dei sacramenti. Tutti questi atleti di Cristo, di cui tre vescovi, otto sacerdoti e tutti gli altri laici, tra i quali alcuni coniugati altri no, vecchi, giovani e fanciulli, sottoposti al supplizio, consacrarono con il loro prezioso sangue gli inizi della Chiesa in Corea.


Se per grazia di Dio siamo venuti al mondo, pure per la sua grazia abbiamo ricevuto il battesimo e siamo entrati nella Chiesa; e così, divenuti discepoli Ufficio delle letture 1325 del Signore, portiamo un nome glorioso. Ma a che cosa gioverebbe avere un così grande nome senza la coerenza della vita? Vano sarebbe esser nati ed entrati nella Chiesa; anzi sarebbe un tradire il Signore e la sua grazia. Meglio sarebbe non esser nati che aver ricevuto la grazia del Signore e peccare contro di lui.

Dall’ultima esortazione di sant’Andrea Kim Taegon, prete e martire


Mt 20, 1-16 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".

Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".

Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?". Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi...

“Il padrone di casa uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro”. (Mt 20,1ss).

Gesù, uscì dal suo ‘luogo santo’, è uscito dal Padre per venire a cercare l’uomo, noi, che ci siamo persi, allontanati da Lui. Si è incarnato, è stato crocifisso, è stato trafitto al costato e aperto il cuore, per aprire a ciascuno la porta del Suo Regno, il Paradiso. A ciascuno ha dato “un denaro”, che è Lui stesso. Un denaro che non è misurato sulla durata del tempo, ma sull’amore.

S. Agostino dice che questo ‘unico denaro’ è la vita eterna, che è uguale per tutti; invece la sua luminosità dipende dall’intensità dell’amore con cui ciascuno vive la sua vita terrena nell’adesione a Cristo, con fede, speranza e carità, nella dedizione a Lui e nel servizio ai fratelli.

“Signore, apri il nostro cuore all’intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella Tua Vigna” (dalla Liturgia). “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il Regno” (Mt 25,34).

Chiediamo a Maria che ci accompagni nel cammino della vita terrena, verso la vita eterna, per ricevere quell’”Unico Denaro” che è Cristo nell’abbraccio del Padre. Deo gratias!

Sr. Maria Antonietta.


"Il Regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna".

Dio Padre chiama tutti a lavorare nella sua vigna e chiama a tutte le ore dando a ciascuno la stessa paga. I primi brontoloni perchè si aspettavano di più.

"Amico, io non ti faccio torto... non posso fare delle mie cose ciò che voglio?"

Il Padrone è buono e fa delel sue cose ciò che vuole:

"Dio vuole la salvezza di tutti perchè è un Dio della vita e del perdono".

"I miei pensieri non sono i vostri pensieri, e le vostre vie non sono le mie vie".

La salvezza portata da Gesù è per tutti gli uomini senza distinzione, nessuno ha diritti propri... anzi.

I primi possono essere ultimi e gli ultimi primi e sono coloro che hanno riconosciuto la loro situazione di peccato e si sono lasciati liberare dalla Parola di Gesù.

Nessuno deve essere invidioso perchè quando si lavora nella vigna del Signore non solo non si ha invidia per quanto il Padrone da all'ultimo arrivato, ma si gioisce perchè si è scoperto il tesoro nascosto in quel campo. Non è la paga di una giornata, ma una vita trasformata come Egli è.

"E' questa la promessa (la paga) che Egli ha fatto a noi: la vita eterna" (1Gv 2,25).

Papa Francesco dice: "Attenzione alla tentazione dell'invidia! Siamo sulla stessa barca e andiamo verso lo stesso porto! Chiediamo la grazia di rallegrarci dei frutti degli altri, che sono di tutti!" (E.G. 98).

sr M. Emanuela


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