Mt 19, 13-15
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Parola del Signore.
Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, leggiamo oggi nel brano di Matteo (Mt 13,14). Luca, nel passo parallelo (18,15), parla di bambini piccoli, bambini cioè che non sanno cavarsela da soli e che perciò sono bisognosi di tutto, e si attaccano al papà e alla mamma per trovare sicurezza, protezione, consolazione. Così è o dovrebbe essere il nostro rapporto nei confronti di Dio, nostro Padre buono e provvidente. Santa Teresina dirà che questo è il cammino dell’abbandono del bimbo che si addormenta senza paura nelle braccia di suo Padre: Se qualcuno si sente piccolo, venga a me (cfr. Pr 9,4). E come un padre è tenero verso i suoi figli, specialmente verso i più piccoli, così il Signore è tenero verso tutti quelli che lo temono (cfr. Sl 103,13), verso tutti coloro cioè che si abbandonano a Lui con fiducia e speranza. Questi piccoli non vanno in cerca di cose grandi superiori alle loro forze, ma se ne stanno tranquilli e sereni come bimbi svezzati in braccio alla loro mamma, sicuri che il Signore protegge i suoi piccoli (Sl 116,6) come fa una chioccia con i suoi pulcini: li coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troveranno rifugio (cfr. Sl 91,4).
In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza (Lc 10,21).
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là (Mt 19,15).
sr Marialuisa
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