1 giugno 2025 - Ascensione del Signore, Solennità
- Comunità Monastero Adoratrici
- 31 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 giu
L'Ascensione del Signore è una solennità liturgica cristiana che celebra la salita di Gesù al cielo, quaranta giorni dopo la Pasqua. Simboleggia il compimento della presenza terrena di Cristo e l'inizio del tempo della Chiesa, con la promessa di tornare. L'ascensione è considerata un momento di gioia e speranza, poiché Gesù si unisce al Padre, ma anche un momento in cui la Chiesa è inviata a testimoniare la sua fede e la sua carità, guidata dallo Spirito Santo.
Lc 24, 46-53
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore.

Stiamo raggiungendo la pienezza della Pasqua: Cristo Risorto, infatti, prima di fare dono alla sua Chiesa del suo Spirito, sale al cielo e siede alla destra del Padre. Ci ha promesso di inviarci lo Spirito Santo, perchè ci insegni, ci faccia ricordare tutte le sue parole, ci animi nell'annuncio del Vangelo e nel nostro cammino di vita. Il Signore è fedele alle sue promesse. Questo suo distaccarsi dai suoi, nel momento in cui viene portato su in cielo, non è affatto un abbandono: il Signore continua a rimanerci vicino, anzi, non soltanto accanto ma dentro. Giovanni nel suo Vangelo più volte insiste: da presso di voi a in voi ... Lo Spirito del Signore abita il nostro cuore di battezzati, è sempre pronto a intervenire in nostro aiuto, con molta più premura e cura di quanto farebbe una mamma con il suo bambino che sente gemere ... Anche noi possiamo mostrare il nostro gemito al Padre, così come a Gesù: non nascondiamoci, non vergogniamoci delle nostre mancanze, ma presentiamoci al Padre così come siamo. Lui ci conosce molto bene, è molto più intimo a noi di quanto lo siamo noi stessi ... Lo Spirito opera incessantemente alla nostra conversione, così che anche noi possiamo dedicarci ad annunciare il Vangelo e collaborare alla conversione al Signore di tante persone. Quello che lasciamo fare allo Spirito nel nostro cuore ha una ripercussione in tutto il mondo, bisognoso di pace e di giustizia; quello che accade nel luogo più nascosto del nostro cuore si riverbera nel mondo intero. "Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole" dice san Paolo (Rm 14,19). "Questa è la pace di Cristo risorto. una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio. Dio che ci ama tutti incondizionatamente", ci ha detto Papa Leone la sera dell'elezione dalla Loggia delle benedizioni. Cristo ascende al Cielo e da lassù benedice, rinnova tutta la terra: anche i nostri campi che cerchiamo con fatica di coltivare, anche le terre dei nostri cuori, a volte aridi e infruttuosi, possono portare buoni frutti se lo lasciamo agire con il suo Spirito. Buona novena di Pentecoste!
Sr Anna Maria
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