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8 settembre 2019 - domenica XXIII settimana TO

Aggiornamento: 16 feb 2020

Festa della Natività della Beata Vergine Maria, nata dalla discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe del re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall’antica schiavitù del peccato. (dal Martirologio Romano)



La presente festa è come una pietra di confine fra il Nuovo e l'Antico Testamento. Mostra come ai simboli e alle figure succeda la verità e come alla prima alleanza succeda la nuova. Tutta la creazione dunque canti di gioia, esulti e partecipi alla letizia di questo giorno. Angeli e uomini si uniscano insieme per prender parte all'odierna liturgia. Insieme la festeggino coloro che vivono sulla terra e quelli che si trovano nei cieli. Questo infatti è il giorno in cui il Creatore dell'universo ha costruito il suo tempio, oggi il giorno in cui, per un progetto stupendo, la creatura diventa la dimora prescelta del Creatore.

Dai «Discorsi» di sant'Andrea di Creta, vescovo


 

Lc 14, 25-33 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: "Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro". Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore.


Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?

Bisogna riflettere bene sulle esigenze di Gesù prima di seguirlo. Gesù non fa sconti, anche se ci dona tutta la sua grazia. Per seguire Gesù bisogna essere disposti a rinunciare a se stessi, alle proprie cose, ai propri affetti.

Gesù in cambio ci darà il centuplo quaggiù, e poi la vita eterna.

La vita cristiana è cosa seria, non è un qualcosa che si può improvvisare al momento. Va imparata poco per volta, e in essa ci si approfondisce vivendola.

Sr M. Angela








“Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo”Lc 14,33

C’è un’unica sicurezza nella vita del discepolo: l’amore del Signore.

Gesù cammina davanti a noi, per seguirlo è necessario vedere dove va per seguirne le orme; è necessario vendere tutto, lasciare tutto, essere leggeri. “Acquista la sapienza a costo di tutto ciò che possiedi” Pr 4,7.

Il cuore deve essere vuoto, svuotato per fargli posto.

Lui lo riempirà. “I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo” At 13,52

Lui sarà la nostra ricompensa. “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” Mt 19,29

Che ogni discepolo possa dire, annunciare agli altri, con la sua vita che il Signore è l’unico suo bene.

Sr. Chiara


«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo (Lc 14,25-26).

Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12,24).

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo (Lc 14,27.33).

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». In verità io vi dico: Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. (Mt 19,27.29).

Lasciare, abbandonare, rinunciare, prendere la propria croce: è la scelta di Gesù al di sopra ogni cosa, è un affidarsi a un Altro, un consegnargli la propria vita senza riserve…. Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò (Gen 12,1). E Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava (Eb 11,8).

Come diceva san Benedetto nella sua Regola: Nulla anteporre all’amore di Cristo.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene» (Gv 21,15.17). E, lasciando tutto, si alzò e lo seguì (Lc 5,28).

Sr M. Luisa

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