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8 febbraio 2024 - giovedì della 5a settimana del T.O.

Bakhita, ovvero «Fortunata» (Darfur, Sudan, 1869 - Schio, Vicenza, 1947), fu il nome assegnato a una bambina africana, rapita e venduta come schiava da mercanti. Dopo esser stata di proprietà di vari padroni, fu acquistata dal console italiano a Karthoum il quale la condusse con sé a Venezia. Conobbe la fede cattolica e ricevette il Battesimo, assumendo il nome di Giuseppina. Entrata fra le Canossiane, visse a Schio, dove si distinse per la grande carità verso i bisognosi.


 


Mc 7, 24-30

Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.

 Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.

 Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: "Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma lei gli replicò: "Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli". Allora le disse: "Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia".

 Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.


Parola del Signore.


Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia.

Che cos'è il "pane dei figli" e chi veramente ne mangia?

L'episodio della siro-fenicia, una pagana che non appartiene al popolo di Dio, è altamente istruttivo per noi che ci riteniamo figli di Dio.

I discepoli di quel tempo non avevano colto il significato del "pane dei figli". Lo stesso capita oggi ai buoni cristiani che compiono tutte le loro pratiche religiose, senza però capire il valore del pane che va diviso coi fratelli. La loro religiosità si riduce così, come il brano precedente, a una pura religiosità esteriore, fatto di parole che non riescono mai a diventare pane per gli altri.

Spesso sono più affamati del vero pane di Dio gli atei come questa pagana. Infatti Gesù le dice che per la sua "parola" sua figlia è salva. Questa "parola" che salva, è proprio la fede nel pane, quel pane di giustizia e di amore che libera l'umanità dallo spirito del male. La siro-fenicia, capisce così bene la potenza di questo pane, che bastano le bricciole per salvare sua figlia.

L'unico modo vero di conoscere Cristo ed essere da lui riconosciuti come suoi è infatti quello di capire la sua volontà di adempiere il suo comandamento "nuovo", quello dell'amore. Allora ogni comunità sparsa nel mondo, più che insegnare, guardandosi attorno e leggendo la realtà, dovrà lodare la grandezza e la magnificenza di Dio e farsi alunno di ogni esperienza.

sr M. Margherita

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