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8 febbraio 2022 - martedì della V settimana del T.O.

Santa Giuseppina Bakhita, vergine, che, nata nella regione del Darfur in Sudan, fu rapita bambina e, venduta più volte nei mercati africani di schiavi, patì una crudele schiavitù; resa, infine, libera, a Venezia divenne cristiana e religiosa presso le Figlie della Carità e passò il resto della sua vita in Cristo nella città di Schio nel territorio di Vicenza prodigandosi per tutti.


Il regno dei cieli sarà tuo dopo; ora sii povero in spirito. Vuoi che dopo il regno dei

cieli sia tuo? Vedi di chi tu sei ora. Sii povero in spirito. Forse mi chiedi che cosa significhi essere povero in spirito. Chi è gonfio d’orgoglio non è povero in spirito; l’umile dunque è povero in spirito.

Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo



Mc 7, 1-13 Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.

Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?".

Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:

"Questo popolo mi onora con le labbra,

ma il suo cuore è lontano da me.

Invano mi rendono culto,

insegnando dottrine che sono precetti di uomini".

Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini".

E diceva loro: "Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: "Onora tuo padre e tua madre", e: "Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte". Voi invece dite: "Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio", non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte".


Parola del Signore.

... Invano mi rendono culto ...

Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi (Mc 7,13a).

La Parola di oggi mi fa pensare a San Paolo. Capita di sentir dire: “Quella persona ne ha combinate tante nella vita, ma poi ha avuto una conversione alla San Paolo”. Come se Paolo, quando era ancora Saulo, fosse un trasgressore della legge. Niente di più falso. Certo, dopo la conversione, si reputerà peccatore davanti a Dio per aver perseguitato i cristiani: Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù (Tm 1,12-14).

Però, parlando di sé prima del cambio di rotta, afferma: Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, […] formato alla scuola di Gamaliele nell’osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio (At 22,3). Insomma, Saulo amava tanto Dio che, nella sua testa, l’aveva messo al primo posto. Perseguitando i cristiani, era convinto di fargli un piacere: per i giudei erano una setta eretica, una deviazione dalla Verità. Saulo, quindi, era un tradizionalista. Peccato che, in nome del rispetto della tradizione, perseguitava lo stesso Dio, senza saperlo: e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! » (At 9,4-5). Cos’era la sua fede senza la carità che vede nel prossimo un fratello e mai un nemico?

Saulo è un esempio estremo. Ma anche noi, oggi, rischiamo di annullare il comandamento di Dio (ossia l’amore fraterno in comunione con Dio, cfr. Gv 13,34-35) quando siamo più attaccati alle nostre convinzioni che all’amore fraterno. Pensiamoci: non è forse vero che in una comunità si arriva a non parlarsi più perché, anche per banalità, si fa la voce grossa in difesa delle proprie posizioni e non si è disposti a sentire le ragioni altrui?

Chiediamo alla Vergine Maria, Madre dell’unità, di aiutarci, nella diversità di vedute, a non attaccarci alle nostre convinzioni per paura del nuovo (come il tradizionalista Saulo) o, viceversa, per disgusto del vecchio, ma a cercare la strada del dialogo costruttivo, nel rispetto dell’unico, vero comando di Dio.

Maria Chiara

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