Memoria delle sante martiri Perpetua e Felicita, arrestate a Cartagine sotto l’imperatore Settimio Severo insieme ad altre giovani catecumene. Perpetua, matrona di circa ventidue anni, era madre di un bambino ancora lattante, mentre Felicita, sua schiava, risparmiata dalle leggi in quanto incinta affinché potesse partorire, si mostrava serena davanti alle fiere, nonostante i travagli dell’imminente parto. Entrambe avanzarono dal carcere nell’anfiteatro liete in volto, come se andassero in cielo.
O valorosi e beatissimi martiri! Voi siete davvero i chiamati e gli eletti alla gloria del Signore nostro Gesù Cristo!
Dalla «Narrazione del martirio dei santi martiri cartaginesi
Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi".
Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me".
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me".
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Parola del Signore.
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».
(Mt 25,31-46).
Siamo all’inizio della Quaresima, il ‘Tempo forte’ che ci prepara e ci conduce alla Pasqua di Gesù. La Chiesa ci suggerisce, con tre parole, l’impegno quaresimale: “elemosina, preghiera, digiuno”. Queste tre parole sono contenute nell’insegnamento del Vangelo, in particolare quello proclamato oggi, che sempre ci propone: le opere di misericordia spirituali e corporali. Non privazioni o penitenze fine a se stesse, ma opere di bene, che fanno bene a noi e agli altri. Gesù ci chiede di aprire gli occhi e il cuore sulle necessità dei poveri, specialmente i più bisognosi e fragili, coloro che incontriamo sul nostro cammino, quelli che ora stanno soffrendo le conseguenze della tragedia della guerra. ‘L’appello di Dio risuona sul volto del povero. Gesù ci chiede di farci noi vicini, prossimi’ (cfr Fratelli tutti 80). «L’Avete fatto a Me!»È una Parola forte che ci stimola e ci coinvolge, spiritualmente e materialmente, nelle opere della carità fraterna.
Maria, Madre di misericordia e di carità operosa, ci aiuti a percorrere la via del Vangelo, con semplicità, prontezza e generosità.
Deo gratias! Sr Maria Antonietta
Comments