Festa dei santi Simone e Giuda, Apostoli: il primo era soprannominato Cananeo o “Zelota”, e l’altro, chiamato anche Taddeo, figlio di Giacomo, nell’ultima Cena interrogò il Signore sulla sua manifestazione ed egli gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui».
I suoi apostoli furono le colonne e il fondamento della verità. Cristo afferma di aver dato loro la stessa missione che ebbe dal Padre. Mostrò così la grandezza dell’apostolato e la gloria incomparabile del loro ufficio, ma con ciò fece comprendere anche qual è la funzione del ministero apostolico.
Egli dunque pensava di dover mandare i suoi apostoli allo stesso modo con cui il Padre aveva mandato lui. Perciò era necessario che lo imitassero perfettamente e per questo conoscessero esattamente il mandato affidato al Figlio dal Padre.
Dal «Commento sul vangelo di Giovanni» di san Cirillo d’Alessandria, vescovo
Lc 6, 12-16 Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
Parola del Signore.
In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare, e passò la notte in preghiera.
Perché, tutto il mondo prega: gli alberi della foresta e i gigli del campo, i monti e le colline, i fiumi e le sorgenti e l’infinita pazienza della luce. Ogni creatura prega cantando l’inno della sua esistenza, canta il Salmo della sua vita. Perché in un cuore orante resta sempre la lode.
Poi l’evangelo dice: quando fu giorno Gesù chiamò a se i suoi discepoli e ne scelse dodici. Tra questi Simone soprannominato Zelota, e Giuda di Giacomo. Ecco, la Chiamata è l’Eterno. Sempre nella mente di Dio chi ara si incontra con chi miete.
Il salmo 61 dice: Il Signore ha parlato una sola volta, perché parla sempre.
Poi Giuda, non il traditore, domandò al Signore: Gesù com’è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?
Gesù gli rispose: se uno mi ama osserva la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14,23). Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga (Lc 6,12.14).
Ecco, questo frutto rimanga, silenziosamente nella profondità del nostro essere e ossia nell’Eterno del suo cuore, nell’armonia del suo essere infinito.
Sr M. del Buon Consiglio
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