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28 novembre 2019 - giovedì XXXIV settimana TO

Aggiornamento: 16 feb 2020

Lc 21, 20-28 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Parola del Signore

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia...

Avviandoci al termine dell'anno liturgico il Vangelo di oggi propone alcuni versetti del discorso escatologico di Gesù. Nella prima parte c'è l'annuncio della distruzione della città di Gerusalemme che aveva rifiutato la salvezza e su cui Gesù stesso aveva pianto (Cf Lc 13, 34 sg). Storicamente ciò si realizzò nel 70 d.C. con la terribile guerra giudaica e la distruzione operata dal comandante romano Tito, e Dio non voglia che simili eventi si ripetano. La comunità cristiana che ivi risiedeva riuscì a fuggire e a rifugiarsi a Pella, ad est del Giordano.

Al v. 24 Gesù parla del "compimento del tempo dei pagani": quest'espressione è stata compresa come annuncio del tempo della Chiesa che avrebbe portato il Vangelo a tutti i popoli.

Gli ultimi versetti parlano della fine del tempo, espressa attraverso segni terrificanti. La fine del tempo sarà il momento in cui il Figlio dell'uomo, signore del tempo e della storia, comparirà nella sua gloria e "tutti lo vedranno" dice anche l'Apocalisse (1,7). Questo Signore glorioso è lo stesso Signore che ora amiamo nella fede e adoriamo crocifisso e risorto. "Nella speranza siamo salvati" (Rm 8, 24) e penetriamo come con un'ancora all'interno del santuario del cielo, come dice la lettera agli Ebrei (6, 19) possedendo già, nel mistero il Regno che verrà. Perciò il tempo che pure è destinato a finire, ha per noi una preziosità immensa. Don Francesco Paleari, primo beato cottolenghino diceva: "Il tempo vale ad acquistare qualunque cosa. Un grado di grazia, che è cosa soprannaturale, vale più di tutti i beni dell'universo intero. Col tempo ben impiegato si possono accumulare montagne di grazia. Un bene senza fine non ha prezzo, eppure col tempo lo si acquista. La gloria del cielo che è la perfezione della grazia, si acquista col tempo bene impiegato. Col tempo non solo guadagno la grazia, la gloria, l'eternità, ma Dio stesso, quel bene di tutti i beni, incomprensibile, infinito, eterno. Il tempo vale quanto Dio".

sr M. Daniela

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