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23 agosto 2022 - martedì della XXI settimana del T.O.

Santa Rosa, vergine, che, insigne fin da fanciulla per la sua austera sobrietà di vita, vestì a Lima in Perù l’abito delle Suore del Terz’Ordine regolare dei Predicatori. Dedita alla penitenza e alla preghiera e ardente di zelo per la salvezza dei peccatori e delle

popolazioni indigene, aspirava a donare la vita per loro, giungendo a imporsi grandi sacrifici, pur di ottenere loro la salvezza della fede in Cristo. La sua morte avvenne il giorno seguente a questo.


Udite queste parole, mi sentii spinta a scendere in piazza per gridare a tutti, qualunque fosse la loro età, il sesso e la condizione: Ascolta, popolo; ascoltate, genti tutte. Da parte di Cristo e con parole della sua stessa bocca vi avverto che non si riceve grazia senza soffrire afflizioni.

Dagli «Scritti» di santa Rosa da Lima, vergine



Mt 23, 23-26 Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù parlò dicendo:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».


Parola del Signore.



... pagate la decima ...

Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! (Mt 23,24). Immaginiamoci nell’atto di setacciare qualche pugno di farina per liberarla da un moscerino. Costerà tempo, ma è meglio evitare l’inconveniente di infornarlo insieme alla torta, giusto? Il problema è che, spesso, pur essendo schizzinosi con i moscerini, siamo disposti a ingoiare i cammelli. Non è paradossale? Eppure, può capitare che questa sia la realtà della nostra vita spirituale, anche se non la vediamo con i nostri occhi fisici.

Infatti, a volte non riusciamo a sorvolare sui piccoli difetti degli altri, sui loro malumori, sui loro sgarbi, sui loro tic… e, soprattutto, sui loro sbagli. Tutto questo non è altro che uno sciame di moscerini fastidiosi. Invece, spesso e volentieri, siamo indulgenti con noi stessi che ingurgitiamo ingombranti cammelli. Esteriormente, mostriamo di filtrare i nostri minimi moscerini, facciamo di tutto per apparire amabili, impeccabili, anche con stratagemmi di falsa umiltà, ma dentro alleviamo delle bestie.

Il cammello è figura di un peso che non possiamo portare, anche se ce ne arroghiamo il diritto, mentre i moscerini, per quanto molesti, si potrebbero, con un po’ di pazienza, sopportare. Cammelli possono essere i nostri vizi nascosti, specialmente la superbia. Il cammello peggiore è il giudizio: proprio mentre giudichiamo gli altri in base ai loro moscerini, stiamo ingoiando una bestia. Giudicare è assumersi un compito che soltanto Dio può adempiere, un peso che soltanto Lui può portare. Infatti, solo il Creatore conosce nei minimi dettagli la sua creatura, sa meglio di tutti perché giunge a compiere certe scelte, a imboccare certe strade… Soltanto Lui, sulla Croce, ha potuto portare il peso dei nostri peccati, ha portato tutti i nostri moscerini e cammelli, tutto ha ingoiato per amore nostro. Dio è venuto a liberarci dal giudizio e a insegnarci non più a giudicare, ma a giustificare. Infatti, dal patibolo dove l’abbiamo inchiodato e oppresso con il nostro male, ha pregato: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,24).

Maria, Madre di Misericordia, donaci la tenerezza per abbracciare ogni persona con i suoi moscerini e la ferma risoluzione di digiunare dai cammelli indigesti, perché possiamo imparare, dal tuo Figlio Crocifisso, a giustificare sempre e a non giudicare mai più.

Maria Chiara



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