Memoria di sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, che rifulse per la sua premura per le anime, i suoi scritti, la sua parola e il suo esempio. Al fine di promuovere la vita cristiana nel popolo, si impegnò nella predicazione e scrisse libri, specialmente di morale, disciplina in cui è ritenuto un maestro, e, sia pure tra molti ostacoli, istituì la Congregazione del Santissimo Redentore per l’evangelizzazione dei semplici. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, si impegnò oltremodo in questo ministero, che dovette lasciare quindici anni più tardi per il sopraggiungere di gravi malattie. Passò, quindi, il resto della sua vita a Nocera dei Pagani in Campania, tra grandi sacrifici e difficoltà.
Tutta la santità e la perfezione di un'anima consiste nell'amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. La carità é quella che unisce e conserva tutte le virtù che rendono l'uomo perfetto. Forse Iddio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati sin dall'eternità.
Dalla "Pratica di amare Gesù Cristo" di sant'Alfonso Maria de' Liguori, vescovo
Mt 14, 22-36
Dal Vangelo secondo Matteo
(ANNO B-C)
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".
Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore.
All’improvviso, qualche notte fa, dalle nostre parti, c’è stato un forte vento, le imposte delle finestre battevano forte contro il muro, la chioma degli alberi dondolava a destra e a sinistra, gli oggetti si muovevano come se avessero vita, si vedevano i fulmini come delle saette nel cielo, uno scenario che nel cuore della notte, quando una persona dorme tranquilla, scuote e spaventa… Pensiamo agli apostoli che stavano sulla barca di notte e il mare all’improvviso viene scosso da una violenta tempesta. Doveva essere un’esperienza terribile, perché le tempeste fanno sempre paura.
Nella vita, anche noi abbiamo avuto dei momenti in cui abbiamo sperimentato il terrore che nasce dall’imprevisto: una notizia che ci ha sconvolto la vita, un avvenimento che ci ha prostrato a terra, una persona dalla quale non ci aspettavamo, che ci ha fatto molto soffrire.
Perché Gesù ha aspettato le prime luci dell’alba per soccorere gli apostoli spaventati e stremati per la fatica? Perché Gesù aspetta a intervenire per calmare le tempeste piccole o grandi della nostra vita? In più, quando Gesù va incontro agli apostoli cammina sulle acque. Uno spavento più grande non ci può essere.
Infatti, gli apostoli, vedendo Gesù, provarono spavento, perché pensavano che fosse un fantasma: non è facile riconoscere Dio, quando ci viene incontro! Ogni giorno, Dio ci viene incontro, ma non sempre sappiamo riconoscerLo, perché Lui viene in un modo imprevisto, inaspettato, diverso da come noi vorremo che venisse.
Di fronte alla vista di Gesù, l’audace Pietro che cosa fa? Dice a Gesù: “Signore, se sei tu, comandami che io venga da te camminando sull’acqua”. Pietro vuole camminare sulle acque. La richiesta di Pietro è un po’ singolare e quasi azzardata, ma Gesù vuole ascoltare la richiesta di Pietro e gli dice: “Vieni!”. Anche noi, a volte abbiamo la presunzione di sfuggire le tempeste e di voler camminare sopra le acque, dominandole e controllandole, facendo a meno di Dio. Ma questo non è possibile. Quando Pietro prova a camminare sulle acque, il mare improvvisamente si agita, diventa aggressivo e Pietro sente di affondare.
“Vedi, quando Pietro camminava sull’acqua del mare, non rappresentava la Chiesa. La Chiesa, infatti, non ha il potere di sfuggire le tempeste e di camminarci sopra: questo può farlo soltanto Dio! Pietro rappresentava la Chiesa quando affondava nell’acqua agitata: e questo, se ci fai caso, è accaduto più volte nella storia della Chiesa. Ma Pietro soprattutto rappresenta la Chiesa quando grida: “Signore, salvami!”. E Gesù lo tira fuori dal pericolo e, con Lui salva l’intera Chiesa” (M.Teresa).
Nei venti contrari e nei giorni di tempesta, gridiamo dal profondo del nostro cuore: ”Signore, salvami!”, e affidiamoci, anche se a volte sembra difficile, a Colui che è l’Unico che può salvarci. Ogni negligenza e dimenticanza della preghiera non fa altro che prolungare la nostra tempesta.
sr M. Benedetta
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