Memoria di santa Elisabetta di Ungheria, che, ancora fanciulla, fu data in sposa a Ludovico, conte di Turingia, al quale diede tre figli; rimasta vedova, dopo aver sostenuto con fortezza d’animo gravi tribolazioni, dedita già da tempo alla meditazione delle realtà celesti, si ritirò a Marburg in Germania in un ospedale da lei fondato, abbracciando la povertà e adoperandosi nella cura degli infermi e dei poveri fino all’ultimo respiro esalato all’età di venticinque anni.
Aveva preso l’abitudine di visitare tutti i suoi malati personalmente, due volte al giorno, al mattino e alla sera. Si prese cura diretta dei più ripugnanti. Nutrì alcuni, ad altri procurò un letto, altri portò sulle proprie spalle, prodigandosi sempre in ogni attività
di bene, senza mettersi tuttavia per questo in contrasto con suo marito.
Dalla «Lettera» scritta da Corrado di Marburgo, direttore spirituale di santa Elisabetta
Lc 19, 1-10 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand'ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Parola del Signore.
E' sempre toccante, quando ci fermiamo su questa pagina di Vangelo, vedere l'azione della grazia di Dio, anche nei cuori più induriti o comunque lontani. Zaccheo era capo dei pubblicani, arricchito anche ingiustamente, a danno di tanta gente che rimaneva priva del necessario perchè oberata dal pagamento delle tasse. Eppure, quel giorno, ha il coraggio di cambiare vita. Ma questo non avviene per un suo sforzo: certo, Zaccheo desidera vedere Gesù ma tutto cambia quando Gesù entra in casa sua. Noi coltiviamo il desiderio di vedere Gesù, ma qualcosa di bello e di inatteso avviene quando Lo accogliamo, o meglio quando ci lasciamo accogliere da Lui così come siamo, peccatori come siamo. Scrive un abate, dom Andrè Louf: "Il peccato, nel momento in cui DIo lo perdona e per così dire lo recupera e lo restituisce sotto forma di grazia, diventa, contro ogni aspettativa, il momento in cui Dio si manifesta sensibilmente nel cuore dell'uomo. Forse non esiste altra strada per incontrare veramente Dio qui in terra al di fuori di quella del pentimento". Buon cammino!
Sr. Anna Maria
Sr. M. Angela
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