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12 novembre 2021 - venerdì XXXII settimana TO

Memoria della passione di san Giosafat (Giovanni) Kuncewicz, vescovo di Polotzk e martire, che spinse con costante zelo il suo gregge all'unità cattolica, coltivò con amorevole devozione il rito bizantino-slavo e, a Vitebsk in Bielorussia, a quel tempo sotto la giurisdizione polacca, crudelmente assalito in un tumulto dalla folla a lui avversa, morì per l'unità della Chiesa e per la verità cattolica.


La Chiesa di Dio, per ammirabile provvidenza, fu costituita in modo da riuscire nella pienezza dei tempi come un'immensa famiglia. Essa é destinata ad abbracciare l'universalità del genere umano e perciò, come sappiamo, fu resa divinamente manifesta per mezzo dell'unità ecumenica che é una delle sue note caratteristiche. Cristo, Signor nostro, non si appagò di affidare ai soli apostoli la missione che egli aveva ricevuto dal Padre, quando disse: «Mi é stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni» (Mt 28, 18-19).

Dall'enciclica «Ecclesiam Dei» di Pio XI, papa



Lc 17, 26-37 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.

Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si manifesterà.

In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.

Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l'uno verrà portato via e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà portata via e l'altra lasciata».

Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

Parola del Signore.

... mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito...

Il Vangelo di oggi riporta alla nostra memoria una verità che conosciamo: la storia del mondo non è un eterno ritorno, come dicevano gli antichi, ma uno sviluppo che ha un inizio e tende a una fine, a un compimento. Gesù si riferisce a quell'ultimo giorno in cui Egli si manifesterà nella sua forza e nella sua gloria divina per introdurre la creazione e tutti gli uomini nella vita eterna, e benché non ci faccia conoscere la data di un tale avvenimento ci insegna qualcosa di più importante: quali atteggiamenti spirituali ci abilitano e ci preparano a quel momento. Il suo insegnamento è prezioso per noi, perché conosceremo sicuramente un ultimo giorno della nostra vita terrena!

Con l'esempio dei contemporanei di Noè e di Lot Gesù ci mette in guardia dal condurre la nostra vita in modo completamente chiuso su un orizzonte terreno, puramente umano, nella noncuranza del fatto che sicuramente "passa la scena di questo mondo" e non dobbiamo farci cogliere impreparati. Possiamo ricordarcelo spesso: tutto passa e questo ci donerà più libertà interiore di fronte alle difficoltà. Un secondo insegnamento è un invito a vivere nel dono di noi stessi. Quando ci viene tolto qualcosa a cui teniamo, non ci serve chiuderci nel rimpianto e nella frustrazione, ma allenarci al dono di noi stessi, far maturare nel dono ogni sacrificio che inevitabilmente incontriamo. Così poco alla volta, riusciremo a vivere anche la nostra morte come un dono di noi stessi nelle mani di Dio.

Con le parole "uno sarà preso e l'altro lasciato", Gesù vuole ricordarci che nessun legame, con nessuna persona, potrà nasconderci o sottrarci alla sua presenza di Signore Risorto.

"Dove sarà il cadavere là si raduneranno gli avvoltoi": questo proverbio conclusivo sulla bocca di Gesù, così misterioso, vuole dirci che negli avvenimenti dell'ultimo giorno le cose non avverranno a casaccio, ma ci sarà un centro, un punto focale: la presenza di Cristo, alfa e omega del mondo e della storia, centro di attrazione o oggetto di rifiuto nel segreto dei cuori umani lungo tutti i secoli. Nell'ultimo giorno, invece, la Sua presenza sarà svelata e irresistibile, a Lui ognuno dovrà fare riferimento, qualunque sia stato il suo atteggiamento e la sua fede nella vita terrena. Si parla poco del giudizio che Dio farà delle singole opere di ciascuno davanti a tutto l'universo, eppure questo fatto è certo e chiaro nella rivelazione della Bibbia. Non ci resta che riconoscere il nostro bisogno di eternità e la brevità di ogni nostra speranza. Diceva il Cardinale Ratzinger: "dobbiamo trovare il coraggio di credere alla vita eterna con tutto il nostro cuore. Allora avremo il coraggio di amare la terra e di edificarle un futuro. Se viviamo per la vita eterna la vita diventa più ricca, più grande, più libera e dinamica".


sr Maria Daniela

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