Mc 8, 11-13

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.

Ma egli sospirò profondamente e disse: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno".

Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l'altra riva.

Parola del Signore.

 Allora vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova (Mc 8,11). Il vecchio Simeone aveva capito molto bene di quale segno si trattasse, quando quel giorno al Tempio li benedisse e parlò a Maria, sua madre: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori (Lc 2,34-35).

Allora Gesù, traendo un profondo sospiro, disse: Perché questa generazione chiede un segno? (Mc 8,12). E non darà alcun segno a questa generazione fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione (cfr. Lc 11,29-30).

Signore Gesù, allora come oggi, Tu sei segno di contraddizione, perché ci obblighi a metterci in discussione, ad essere veri con Te e con noi stessi. Ma allora come oggi, cerchiamo di prendere tempo, chiediamo dei segni, poniamo delle condizioni per poter credere, o forse solo per poter giustificare la nostra incredulità. Un po’come san Tommaso: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò (Gv 20,25). 

Ma la fede è più semplice, più libera, più vera. E quel segno che tutti cercano, o Gesù, sei Tu, proprio Tu, l’Emmanuele, il Dio con noi e per noi.

sr Marialuisa