8 giugno 2025 - Solennità di Pentecoste,
- Comunità Monastero Adoratrici
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Gv 14, 15-16. 23-26
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Parola del Signore.

«Lo Spirito vi insegnerà ogni cosa..». Bisogna farsi discepoli e restare discepoli per tutta la vita, aprire il cuore e mantenerlo aperto perché possa ascoltare e imparare dallo Spirito ogni cosa, tutte quelle che Lui vorrà insegnarci. Lo Spirito del Risorto, inviatoci dal Padre, infatti, ci accompagna lungo il cammino della vita, tutti i giorni, ogni giorno. «Il Padre vostro darà lo Spirito a quelli che glielo chiedono» (Mt 11,13) ci ricorda l’evangelista Matteo. Restare aperti e chiedere, stendendo la mano come mendicanti che sono nel bisogno. Eppure negli Atti degli Apostoli, troviamo descritta così l’esperienza dei primi cristiani: «Nessuno fra loro era bisognoso» (At 4,34), perché? Perché il Signore risponde alle nostre necessità, provvede e ha cura dei suoi figli e dona a chi chiede – «bussate e vi sarà aperto, chiedete e troverete» – siamo bisognosi a cui il Signore risponde. Egli risponde alle nostre richieste, alle domande che portiamo nel cuore. Infatti «il Signore ascolta i miseri» (Sl 69,34), «insegna ai poveri le sue vie» (Sl 25,9). Egli interpella anche noi e ci coinvolge per rispondere a chi è nel bisogno. Ricordiamo Paolo, rimasto cieco, che riacquista la vista grazie ad Anania, inviatogli dal Signore; pensiamo proprio alla prima comunità cristiana che rimane esemplare, anche oggi, per le nostre comunità, i suoi membri mettevano in comune le loro ricchezze per aiutare chi era bisognoso. Infatti «un fratello aiutato dal fratello è come una città fortificata» (cfr. Pro 18,19 secondo la versione di LXX).
«..e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Ricordare è riportare alla mente le cose ascoltate, rimaste nel cuore, che sono state fonte di vita e speranza. Lo Spirito è come una madre premurosa che ci conforta, ci sostiene e ci fa presente ciò che abbiamo bisogno di ricordare e imparare. È facile dimenticare qualcosa, a volte ci dispiace molto aver dimenticato, perché se ci fossimo ricordati le cose sarebbero andate meglio. Lo Spirito ci rimane accanto perché la nostra vita non solo sia migliore, ma nuova con il suo calore che fa ardere i nostri cuori e la sua luce che ci dona “un cuore che vede” (Benedetto XVI, Deus caritas est 31). In questa novità di vita, donataci dallo Spirito del Signore, scaturita dal Vangelo accolto e vissuto, le misure non sono più le nostre, sono sue. Dio, infatti, riversa in abbondanza il suo Spirito nei nostri cuori, cosicché trabocchi (cfr. Rm 5,5).
La Pentecoste è il momento in cui coloro che hanno atteso in preghiera, insieme a Maria, la discesa dello Spirito Santo, lo hanno ricevuto in abbondanza per il bene di tutti. Sempre la preghiera di coloro che si radunano insieme nel nome del Signore, è fonte di benedizione per tutti, perché Dio vuole raggiungere tutti – “tutti, tutti, tutti” diceva Papa Francesco alla GMG di Lisbona nel 2023 – attraverso chi è aperto alla sua luce e lo segue. Lo Spirito ci spinge sempre oltre nella carità e nella comunione per divenire, per sua grazia, «un cuore solo e un’anima sola» (At. 4,32) con tutti.
Spirito di Dio scendi su di noi!
Buona e santa Pentecoste a tutti!
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