Mc 1, 29-39
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!".
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
Parola del Signore.
TI BASTA LA MIA GRAZIA, 7 febbraio 2021 (Mc 1,29-39)
Avete notato anche voi che a Gesù portano tutti i malati e gli indemoniati e che Lui ne guarisce e ne libera molti? Tra tutti e molti rimane un margine bianco. Si può immaginare che anche coloro che non hanno beneficiato dei miracoli del Maestro la sera precedente, il mattino seguente si ripresentino alla porta. Difatti, Simone esclama: «Tutti ti cercano!»” (Mc 1,36-37). E come risponde Gesù? «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1,38). Non so voi, ma se mi fossi trovata fra quella gente che cercava di incontrarLo, umanamente parlando, non avrei reagito serenamente. Vorrei sottolineare: umanamente parlando, cioè tenendo conto della nostra natura fragile, ancorata ai propri bisogni. In tale ottica, chi non proverebbe un moto di ribellione interiore? O, perlomeno, chi non si chiederebbe: “Perché quella persona sì e io no?”.
Quanti, anche oggi, si recano in pellegrinaggio in luoghi santi per cercare guarigione. Tornano tutti guariti? Alcuni sì, non tutti. Perché? Il Signore, che ha sofferto, è morto e risorto per liberarci tutti dal male, non ha forse a cuore la salute di tutti? Non gli interessa che desideriamo veramente guarire dai nostri vizi ed eliminare dal nostro carattere le spine che si frappongono tra noi e il prossimo? Non vede forse il nostro mondo malato, sconvolto dal peccato, da guerre, soprusi, cataclismi, epidemie, ingiustizie, solitudini…? Umanamente parlando, ci sentiamo disorientati, in attesa di una risposta che sembra non venire: pare che Gesù si allontani, proprio come nell’episodio evangelico propostoci oggi.
Che strano il Suo modo d’agire! Ci costringe a considerare quanto siano ristrette le nostre vedute. Perché non ci guarisce una volta per tutte dai mali che ci sovrastano? Soltanto Lui conosce la risposta che ci oltrepassa. Lui, che poteva scendere dalla Croce e non l’ha fatto. Lui, e chi come Lui non ha voltato la faccia di fronte alla sofferenza, ma l’ha abbracciata. I santi non sono nati santi: lo sono diventati nella quotidianità propizia e avversa, perché hanno scelto di imitare il Crocifisso Risorto sempre. A Paolo che supplicava di essere liberato da una spina nella carne (e in questa spina possiamo riconoscere le nostre spine che ci tormentano), Cristo ha risposto: «Ti basta la mia grazia» (2Cor 12,9). Non gli ha tolto la spina e non gli ha tolto nemmeno il martirio per decapitazione, ma abbracciando queste circostanze Paolo è diventato San Paolo.
Non arrendiamoci nel pregare il Signore di liberarci dal male, ce lo ha insegnato Lui nel Padre Nostro. Ricordiamoci, però, che il male più grande non sono le malattie né la morte fisica, ma il peccato e la disperazione, capaci di allontanarci da Dio. Gesù predica a tutti la salvezza da questo male: per questo è venuto. Le guarigioni miracolose non hanno evitato a nessuno il trapasso alla vita eterna. La Sua morte e Risurrezione, invece, ci libera dai muri fra noi e Lui.
Maria Chiara
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