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31 luglio 2022 - XVIII domenica del T.O.

Memoria di sant’Ignazio di Loyola, sacerdote, che, nato nella Guascogna in Spagna, visse alla corte del re e nell’esercito, finché, gravemente ferito, si convertì a Dio; compiuti gli studi teologici a Parigi, unì a sé i primi compagni, che poi costituì nella Compagnia

di Gesù a Roma, dove svolse un fruttuoso ministero, dedicandosi alla stesura di opere e alla formazione dei discepoli, a maggior gloria di Dio.


Quando pensava alle cose del mondo, era preso da grande piacere; poi subito dopo quando, stanco, le abbandonava, si ritrovava triste e inaridito. Invece quando immaginava di dover condividere le austerità che aveva visto mettere in pratica dai santi, allora non solo provava piacere mentre vi pensava, ma la gioia continuava

anche dopo.

Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca di sant’Ignazio



Lc 12, 13-21

Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: "Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?".

E disse loro: "Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede".

Poi disse loro una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio".


Parola del Signore.

... raccolto abbondante ...

QUESTA NOTTE STESSA


Il Vangelo di questa domenica mi ha sempre molto affascinato. Gesù parla davvero alla nostra realtà, viene a incontrarci lì dove siamo. “La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante”. Non sembrano così attuali queste parole del Maestro? Anche oggi ci sono ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Ma non era già abbastanza ricco quell’uomo? Perché ancora quell’anno un raccolto abbondante, che egli non sa spartire con chi è povero? Infatti, di fronte alla prosperità, il suo primo pensiero non è di condividerla, ma di costruire magazzini ancora più grandi, e poi di vivere finalmente di rendita, perché ha così tanti beni per cui non sarà più necessario sudare e lavorare.

Ma questa notte stessa … Gesù ci invita alla vigilanza, perché anche se uno possiede molti beni, la sua vita non dipende da quello. Da cosa dipende allora? Penso che un tentativo di risposta possa essere nel significato della parola vita, che nel Vangelo di Giovanni viene reso con due parole differenti, in greco. Una è la vita fisica, quella naturale, quella che per tutti finisce con la tomba. L’altra è la vita eterna, quella di Dio, quella che Cristo ci ha donato nel Battesimo, quella che non morirà mai. Questa vita eterna evidentemente non può dipendere dalla quantità di beni che possediamo, anzi proprio questi beni rischiano di intaccarla, corroderla, le impediscono di fiorire veramente. Per questo, al tale che chiede al Maestro dell’eredità, Gesù risponde mettendolo in guardia, invitandolo a tenersi lontano dall’attaccamento ai beni.

Tempo fa, abbiamo ospitato una signora, per qualche giorno di ritiro. Lei ha fatto la scelta del volontariato a vita. Non è sposata, non ha più i genitori: ha messo da parte dei risparmi con un lavoro redditizio per l’addietro e da qualche tempo ha considerato di non aver più bisogno di lavorare perché ha beni sufficienti per mantenersi. Quindi, si è messa a disposizione dei bisognosi. Ciò è andato di pari passo a una riscoperta della sua vita di fede e di preghiera. E’ l’atteggiamento opposto del contadino della parabola: è qualcosa che ci edifica e che va controcorrente, in un’attualità a volte così avida di ricchezza. Chi si arricchisce presso Dio non accumula tesori sulla terra, che sa di non poter portare con sé, come spesso ci ricorda Papa Francesco. “Non ho mai visto un carro funebre seguito da un camion per i traslochi”.

Questa notte stessa … Mi ha richiamato alla memoria la notte dei monaci di Tibhirine, quella notte in cui sono stati rapiti, tenuti in arresto fino alla loro brutale uccisione. Quella notte in cui si sono arresi alla violenza, rispondendovi con amore, sull’esempio di Gesù. Quella notte preparato da lunghi giorni di preghiera e di amicizia con il Signore. Loro avevano compreso che la vita non dipende dai beni. Sia donato anche a noi.


Sr Anna Maria

pubblicato sulla Gazzetta d'Asti


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