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2 febbraio 2020 - Presentazione del Signore - Festa

Immagine del redattore: Comunità Monastero AdoratriciComunità Monastero Adoratrici

Aggiornamento: 1 mar 2020

Festa della Presentazione del Signore, dai Greci chiamata Ipapánte: quaranta giorni dopo il Natale del Signore, Gesù fu condotto da Maria e Giuseppe al Tempio, sia per adempiere la legge mosaica, sia soprattutto per incontrare il suo popolo credente

ed esultante, luce per illuminare le genti e gloria del suo popolo Israele.


Giornata della Vita Consacrata, 42° Giornata nazionale della vita


Ci visitò colui che sorge dall’alto (cfr. Lc 1, 78) e rifulse a quanti giacevano nelle tenebre. Per questo anche noi dobbiamo ora camminare stringendo le fiaccole e correre portando le luci.

Dai «Discorsi» di san Sofronio, vescovo


Lc 2, 22-40 Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l'anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. Parola del Signore.


... i miei occhi hanno visto la tua salvezza ...

“Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, … portarono il Bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore … e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovavi colombi”.

Gesù compie la legge, ma entra nel tempio come luce che rischiara la vita dell’uomo. Simeone lo riconosce come luce, salvezza e gloria.

“E’ Lui la luce che entra nel tempio per rischiararlo della propria luce, è Lui che offre la sua obbedienza al Padre per portarla a compimento nella Pasqua, è Lui, nel Tempio di Dio che è l’universo creato che porta salvezza e novità di vita”.

A Lui andiamo incontro con le nostre lampade accese, che sono l’espressione della nostra fede , il nostro essere, per il Battesimo, suoi discepoli. Portiamo anche le nostre ‘piccole tortore’, segno della nostra vita offerta in sacrificio a Lui e per una comunione più grande con i fratelli.

Le nostre lampade accese sono anche il segno della nostra vita consacrata a Lui, per seguirLo sempre in novità di vita, perché i nostri ‘otri nuovi’ siano riempiti del ‘vino nuovo’ del Suo Amore e della Sua Volontà.

“Santa Maria, Donna del vino nuovo, custodisci in noi il desiderio di procedere in obbedienza alla novità dello Spirito, riconoscendo il segno della Sua presenza nel vino nuovo, frutto di vendemmie e di nuove stagioni. Rendici docili alla sua grazia e operosi. Rendi i nostri passi saldi nel mistero della Croce che lo Spirito chiede a ogni creatura nuova. Insegnaci a fare quello che Cristo tuo Figlio ci dirà. Alimenta in noi la speranza. (orientamenti “Per vino nuovo otri nuovi” n° 57).

Deo gratias!

Sr. M. Antonietta

La presentazione del Signore è chiamata, soprattutto nell'Oriente cristiano, la festa dell'incontro: Gesù sulle braccia di Maria e di Giuseppe viene incontro al suo popolo che attende la salvezza. Gli occhi e il cuore di Simeone e di Anna vengono illuminati dallo Spirito e anch'essi vanno incontro al Signore con gioia e gratitudine, riconoscendo il Lui il Salvatore. Simeone esulta di fronte al Bambino che sarà luce delle genti, segno di benevolenza per il suo popolo, ma intuisce anche che quel Bambino sarà segno di contraddizione e che questa sofferenza avrebbe trapassato come una spada il cuore della Madre. Oggi Gesù sulle braccia di Maria entra nel tempio per essere offerto al Padre ed è un anticipo di quello che avverrà ai piedi della croce dove la spada, oggi preannunciata, trafiggerà il cuore della Madre, associata con amore materno all'offerta del Figlio, come dice il Concilio ( Lumen Gentium 58). Oggi quindi viene inaugurato da Gesù, vero sommo sacerdote, il nuovo e vero culto che consiste nell'offerta della vita a Dio, nell'entrare nel tempio per offrire non cose, ma se stessi, rinnovati nello Spirito. Dio non cerca di avere qualcosa da noi, tutto è suo, opera della sua mano. Cerca di entrare in rapporto con noi, desidera farci sperimentare come sa intervenire nella nostra vita per salvarci, guidarci, aiutarci, desidera la nostra conversione. Questo è il vero culto spirituale di cui parla la Sacra Scrittura ( salmo 50), che siamo invitati a scoprire e realizzare.

Questa giornata è conosciuta come la Candelora perché caratterizzata dalla benedizione e dalla processione con le candele. Si vuole festeggiare Cristo Luce del mondo. E veramente la sua luce si accende per brillare in noi, nella nostra vita di battezzati e perciò consacrati a Dio, e di religiosi legati ancora più esclusivamente a Lui con i voti di castità, povertà e obbedienza quando "le mani materne di Maria l'avvicinano all'uomo. Maria ci dona la luce di Cristo e noi la ringraziamo e l'acclamiamo: Ave tu che sei diventata Madre della nostra Luce a prezzo del grande sacrificio del tuo Figlio, a prezzo del materno sacrificio del tuo cuore" (San Giovanni Paolo II, 1979)

sr Maria Daniela


Secondo la Torah di Mosè … come è scritto nella Torah del Signore … come prescrive la Torah del Signore … Tre volte in una sola frase emerge la Torah, l’istruzione, l’insegnamento del Signore. I nostri fratelli ebrei ci insegnano il valore prezioso della Torah: così Maria e Giuseppe per adempierla fanno di tutto, anche oltre ciò che diceva la Legge.

Non sono venuto per abolire la Torah, dirà Gesù, ma a darle pieno compimento, a rimettere al centro l’amore di Dio per noi e l’amore nostro per Lui.

Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore: grazie, Signore Gesù, perché ci hai scelto per essere Tuoi! Per sempre Tuoi! E in Te, grazie a Te, con Te, possiamo essere anche di tutti!

Sr. Anna Maria

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senisfranca52
2020년 2월 02일

Questa festa di oggi la chiamiamo festa della luce: per dire come ci dice il Vangelo che Cristo è la luce del mondo, che la rivelazione fatta da Gesù è la rivelazione di Dio,

La candela è un simbolo, ma è una rivelazione, Gesù lo ha detto: Io sono la Luce del mondo. Simeone l'ha capita e con lui dobbiamo capirla anche noi, che siamo nate nella fede. E la luce non soltanto per credere che il Vangelo porta la luce nel mondo ed è la rivelazione della verità, l'unica verità che l'uomo può afferrare, che può capire la verità di Dio rivelata da Gesù, ma è anche la fede nella presenza di Gesù oggi, in me, non soltanto con…


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