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15 ottobre 2020 - giovedì della XXVI settimana del T.O.

Memoria di santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa: entrata ad Ávila in Spagna nell’Ordine Carmelitano e divenuta madre e maestra di una assai stretta osservanza, dispose nel suo cuore un percorso di perfezionamento spirituale sotto l’aspetto di una ascesa per gradi dell’anima a Dio; per la riforma del suo Ordine sostenne molte tribolazioni, che superò sempre con invitto animo; scrisse anche libri pervasi di alta dottrina e carichi della sua profonda esperienza.


Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano così magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesù infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. Infatti ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere gran di grazie, se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi.

Dalle «Opere» di santa Teresa di Gesù, vergine



Lc 11, 47-54 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.

Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno", perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.

Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito».

Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Parola del Signore.

Avete portato via la chiave della conoscenza...

“Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito.” Lc 11,52

Gesù rimprovera apertamente gli scribi e i farisei. E’ terribile, infatti, per Lui vedere uomini, conosciuti come dottori della Legge, che usano la Legge – scritta per far vivere il giusto – per il propri interessi. Egli non ama le mezze misure, se deve dire qualcosa, la esprime apertamente e insegna anche ai suoi discepoli ad agire così.

L’accoglienza sincera del suo rimprovero avrebbe reso possibile un cambiamento di vita. Questi dottori della Legge, potrebbero anche aver iniziato bene, ma poi col tempo si sono corrotti. Dice la Scrittura: “Per mancanza di legna il fuoco si spegne” (Pr 26,20), cioè come il fuoco ha bisogno di legna, per non spegnersi, così la vita del credente va alimentata da cose buone se vogliamo che rimanga retta, integerrima e dia buoni frutti. Essa va nutrita costantemente dall’amore, dall’approfondimento della verità, dalla conoscenza della Parola di Dio, dalla preghiera, dal perdono accolto e donato, altrimenti nel quotidiano, rischia di diventare inconsistente. La vita chiede la nostra continua conversione se vogliamo essere luce e sale della terra.

Diverso da questi dottori della Legge l’itinerario di Teresa d’Avila, di cui oggi celebriamo la memoria liturgica: ai tiepidi inizi della vita religiosa farà seguito una vita piena di fervore per Dio e i fratelli. Il suo cammino conoscerà una svolta, una conversione profonda che permetterà l’inizio della riforma dell’Ordine carmelitano e contribuirà al rinnovamento della Chiesa. Scrive S. Teresa d’Avila, dichiarata prima donna dottore della Chiesa nel 1970 da Paolo VI: “La preghiera e la vita non consistono nel molto pensare, ma nel molto amare” (Castello interiore, mansioni IV,1, 7). Che questa sia anche la nostra esperienza, affinché il fuoco della carità rimanga acceso nel nostro cuore e splenda nella nostra vita cosicché molti possano riscaldarsi e prendere coraggio.

Sr. Chiara

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