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11 maggio 2024 - sabato della VI settimana del Tempo di Pasqua

Gv 16, 23-28

Dal Vangelo secondo Giovanni


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».


Parola del Signore.



... la vostra gioia sia piena ...

Per meditare  e contemplare il mistero dell'Ascensione, a cui ci prepara il Vangelo di oggi, ci è necessario ricordare le parole di Paolo: "Colui che discese è lo stesso che anche ascese per riempire tutte le cose".  La discesa del Figlio di Dio nel nostro mondo umano  è stato un abbassamento incredibile, che gli ha fatto assumere la nostra condizione umana fino ad essere con noi, per noi, in noi. Dice Gregorio di Nissa: "divenuto carne e sangue fa' parte di noi". Di più: nel mistero della croce Egli ha accettato di essere calpestato dagli uomini e di vedere rifiutato il suo amore. Ma Egli non ha fallito: nel vertiginoso sprofondare del Figlio dell'uomo il mondo è contemporaneamente entrato in Lui e in ciò consiste la sua vittoria. "Ora lascio il mondo e vado al Padre":  mi presento davanti a Lui nell'offerta del mio Sangue per intercedere per coloro che l'hanno versato. Dice Gesù: "Ora lascio il mondo che ho amato, che ho assunto, che ho perdonato, che ho redento e lo presento al Padre nella mia stessa carne di Figlio di Dio".

Ora abbiamo un intercessore nei cieli, e così la certezza che la nostra preghiera raggiunge il cuore del Padre. Pregare nel suo Nome significa ricordare con gratitudine quanto ha fatto per noi e rinnovare la fiducia che non ci negherà quanto ci è ancora necessario. Come diceva il Santo Cottolengo: "Se Dio ci ha dato il più che è il suo Figlio, come ci negherà il meno che è il Paradiso?"

 

sr Maria Daniela

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