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1 dicembre 2022 - giovedì della I settimana di Avvento

San Carlo de Foucauld (detto Carlo di Gesù) Sacerdote


Charles-Eugène de Foucauld nacque il 15 settembre 1858, a Strasburgo. Visse una giovinezza scapestrata, «senza niente negare e senza niente credere», impegnandosi solo nella ricerca del proprio piacere. Intraprese la carriera militare, ma fu congedato con disonore «per indisciplina aggravata da cattiva condotta». Si dedicò allora a viaggiare, esplorando una zona sconosciuta del Marocco. Si riavvicinò al cristianesimo e si convertì radicalmente, accettando di accostarsi per la prima volta al sacramento della confessione. Deciso a «vivere solo per Dio», entrò dapprima tra i monaci trappisti, ma ne uscì dopo alcuni anni per recarsi in Terra Santa e abitarvi come Gesù, in povertà e nascondimento. Ordinato sacerdote, con l’intento di poter celebrare e adorare l’Eucaristia nella più sperduta zona del mondo, tornò in Africa, si stabilì vicino a un’oasi del profondo Sahara, indossando una semplice tunica bianca, sulla quale aveva cucito un cuore rosso di stoffa, sormontato da una croce. A cristiani, musulmani, ebrei e idolatri, che passavano per la sua oasi, si presentava come «fratello universale» e offriva a tutti ospitalità. In seguito si addentrò ancora di più nel deserto, raggiungendo il villaggio tuareg di Tamanrasset. Vi trascorse tredici anni occupandosi nella preghiera (a cui dedicava undici ore al giorno) e nel comporre un enorme dizionario di lingua francese-tuareg (usato ancor oggi), utile alla futura evangelizzazione. La sera del 1° dicembre 1916, la sua abitazione – sempre aperta a ogni incontro – fu saccheggiata da predoni. Presso il suo cadavere fu ritrovata la lunula del suo ostensorio, quasi per un’ultima adorazione.



Mt 7, 21.24-27 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».


Parola del Signore.


... fondata sulla roccia ...

Costruite la vostra vita sulla roccia della mia parola. Chi dunque ascolta la sua Parola e la mette in pratica edifica la sua casa (= la sua vita). Siamo quindi invitati a riconoscere di chi sono le parole che oggi stiamo ascoltando nella nostra vita, quelle che guidano le nostre azioni. Quando la parola che guida la vita non è la parola creatrice di Dio, allora tutto si sgretola, proprio come la sabbia. Invece, carissimi, la parola di Dio fa ordine nella vita e tiene insieme le diverse parti della casa. E' la parola che permette di rimanere saldi. "Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato". Le altre parole invece sbriciolano la vita, la casa è disgregata. La Parola di Dio è roccia perché è eterna, immutabile, mentre le parole umane sono illusorie, contingenti e passeggere.

Sr. M. Margherita

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