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9 marzo 2021 - martedì della III settimana di Quaresima

Aggiornamento: 11 apr 2021


Mt 18, 21-35 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».


Parola del Signore.



... abbi pazienza con me ...

I farisei e gli scribi interrogano Gesù: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?» (Mc 7,5). Cioè: perché non si lavano le mani prima di mangiare?

Di primo acchito questa domanda pare sensata e più che mai corretta, soprattutto in questo tempo di pandemia, in cui ci viene giustamente richiesta una maggiore attenzione sull’igiene. E istintivamente diamo ragione ai farisei e non capiamo il comportamento di Gesù che a ben guardare – non dice che non dobbiamo lavarci, ma che ci porta a riflettere sulle motivazioni profonde del nostro agire. L’uomo, infatti, vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore (1Sam 16,7b).

Per questo Gesù rimprovera scribi e farisei, che puliscono l’esterno del bicchiere e del piatto, ma nel cuore sono pieni di rapina e di iniquità: Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro (Lc 11,40-41).

Signore Gesù, Tu ci scruti e ci conosci, Tu sai ciò che abita i nostri cuori. Tu sai che siamo sempre tentati di onorarti solo con le labbra, con le nostre parole, mentre il nostro cuore è lontano da Te. Signore, abbi pietà di noi e fa’ che la lode delle nostre labbra risuoni nella profondità del nostro cuore; e la tua parola seminata in noi, rinnovi tutta la nostra vita (cfr. Colletta 22° Domenica del Tempo Ordinario – Anno B).

Sr. Marialuisa

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