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9 giugno 2020 - martedì della X settimana T.O.

Immagine del redattore: Comunità Monastero AdoratriciComunità Monastero Adoratrici

Mt 5, 13-16 Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Parola del Signore.


... a te che importa? Tu seguimi

“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa”. (Mt 5,13-15)

L’immagine del sale è molto significativa, perché come senza il sale, tutti i cibi sono insipidi, così il cristiano senza Gesù: diventa spento, triste, si lascia sopraffare dalle difficoltà, si lascia andare allo scoraggiamento, all’abbattimento. Vive in una sorta di non-amore che lo rende chiuso in se stesso. Non vede vie d’uscita dal suo male, non vede opportunità, ma solo muri. Con Gesù, anche se non sentiamo sensibilmente la sua presenza, il cuore si apre alla gioia, alla speranza, alla carità verso i fratelli. Gesù ci indica come la nostra vita assume tutto il suo senso e la sua pienezza, nella misura in cui è capace di definirsi non in relazione a noi stessi, ma in funzione agli altri: il sale, ha valore solo quando dà sapore agli altri cibi.

Gesù è il sapore che gli altri devono gustare avvicinandoci, se siamo insipidi, chiediamoci perché? Stiamo camminando veramente nella fede? O vogliamo vedere e sentire per credere e agire? Non è facile camminare, quando ti sembra di essere solo, a volte ci chiediamo anche noi come gli ebrei a Massa e Meriba: “ma in Signore è in mezzo a noi, sì o no?”.(Es 17,7)

Tutto questo ci vuol dire che noi per primi dobbiamo “gustare e vedere com’è buono il Signore”, sperimentare qualcosa dentro di noi di ben profondo, vero e duraturo, che è il sentirsi salvati, e solo allora potremmo diventare saporiti per coloro che ci incontreranno.

Ugualmente per la luce, che è simbolo della Parola, a cui noi dobbiamo abbeverarci per poter a nostra volta illuminare gli altri, e diventare una luce capace di illuminare e rallegrare il mondo intorno a noi.

Ma in noi c’è la luce o ci sono le tenebre? Lasciamoci “rivelare” dalla “Parola che è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”.(Eb 4,12)

La lampada del corpo è l’occhio, perciò se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso, ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso“.(Mt 6,22-23)

È quando in noi gli altri vedranno qualcosa di buono, è solo perché rendano gloria al Padre, che ci dona l’opportunità, la grazia e la forza di compiere il bene, perché solo Lui è buono.

Non a noi, non a noi, ma al Tuo nome diano gloria, Signore.

Gesù, Via, Verità e Vita, riempici, illuminaci, rendi i nostri cuori simili al Tuo.

Sr M. Benedetta

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