8 novembre 2022 - martedì XXXII settimana TO
- Comunità Monastero Adoratrici
- 7 nov 2022
- Tempo di lettura: 2 min
A Digione in Francia, beata Elisabetta della Santissima Trinità Catez, vergine dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, che sin dalla fanciullezza cercò e contemplò nel profondo del cuore il mistero della Trinità e, ancora giovane, tra molte tribolazioni, giunse, come aveva desiderato, all’amore, alla luce, alla vita.
Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero!
Lc 17, 7-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». Parola del Signore.

«Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». (Lc 17,7-10).
Questa ‘Parola’ può sembrare eccessiva sulla bocca di Gesù, è invece, un insegnamento forte e sapiente, che ci porta alla concretezza della nostra vita: “ogni giorno ha la sua fatica” (cfr Gb ).
Nel Vangelo proposto dalla Liturgia in questo giorno, il protagonista non è il padrone, ma il servo, il fedele, che nei confronti del suo Dio, sceglie un comportamento di totale disponibilità, quello dell’amore libero da calcoli. La ricompensa di Dio non corrisponde affatto alla prestazione dell’uomo. Ciò che noi chiamiamo ricompensa, non è altro che un dono della divina bontà. È Dio la nostra ricompensa. Non siamo noi ‘signori’ della nostra vita, ma Gesù Cristo, che ci ha redenti col suo Sangue sulla croce, e nel Battesimo, ci ha ressi ‘figli’, figli amati con amore immenso, fino alla fine.
Gesù vuole insegnarci che la fatica di ogni giorno, se è compiuta con impegno e senso di responsabilità, può procurarci la gioia per aver ‘fatto quanto dovevamo fare’ e di aver compiuto bene il bene. Così ha fatto anche la nostra Sr. Maria Carola Cecchin, missionaria cottolenghina in Kenya e serva dei piccoli e dei poveri, proclamata ‘Beata’ il 5 novembre scorso, che ora gode della immensa bontà di Dio e della stima della Chiesa, a lei possiamo chiedere la sua intercessione presso Dio.
Maria, Madre e Serva del Signore, ci insegni il servizio serio e sereno nel cammino dei giorni.
Deo gratias!
Sr Maria Antonietta
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