Ad Arezzo, san Donato, secondo vescovo di questa sede, di cui il papa san Gregorio Magno loda la virtù e l’efficacia della preghiera.
Solennità San Donato: patrono di Pralormo
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Gv 10, 11-16
Dal Vangelo secondo Giovanni
"Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore."
Parola del Signore.
Oggi è grande festa per la comunità pralormese che festeggia il suo Patrono San Donato, che è stato pastore di Arezzo. Come santo è considerato protettore degli epilettici perché gli è attribuita la guarigione miracolosa di un bambino da questa malattia. Buona festa a tutta la comunità!
Il Vangelo ci presenta Gesù come il Buon Pastore. “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. Colpisce che il verbo “dare la vita” ritorna per ben quattro volte nel testo. Gesù ci dice: “Nessuno mi toglie la vita, io la do da me stesso”. Tutti gli uomini cercano la vita, ma la buona notizia che ci viene dal Vangelo è che la Vita stessa ha cercato gli uomini per donarsi a loro, nella persona di Gesù.
Noi quale vita cerchiamo? A volte, come ha detto don Elio Mo, in un’omelia, rischiamo di cercare una vita che passa: la salute, la posizione sociale, ecc…non è sbagliato, questi cose però sono come recipienti screpolati. Gesù ci dona una vita che resta in eterno. È Lui la vita. Il segreto della vita allora è accogliere nel nostro cuore la vita che Gesù vuole donarci. Lui ci chiede solo l’accoglienza.
È così bello appartenere a Qualcuno. Nel salmo 23, che è sovente chiamato “il salmo del pastore”, perché parla del Signore sotto l’immagine del pastore, troviamo queste parole chiave: “non manco di nulla, tu sei con me, mi dai sicurezza col tuo bastone e il tuo vincastro, abiterò nella casa del Signore”: tutti verbi che indicano la cura, la premura, l’attenzione del Signore-Pastore come Colui che si prende cura di noi, sue pecorelle.
Ecco allora possiamo dire: Signore, io non manco di nulla perché tu sei con me, sei il mio pastore, mi dai sicurezza e abito nella tua casa. Tu mi hai amato e hai dato te stesso per me.( cfr. Gal. 2,20)
sr M. Benedetta
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