San Bruno, sacerdote, che, originario di Colonia in Lotaringia, nel territorio dell’odierna Germania, dopo avere insegnato la teologia in Francia, desideroso di condurre vita solitaria, fondò con pochi discepoli nella deserta valle di Chartroux un Ordine,
in cui la solitudine eremitica si combinasse con una minima forma di vita comunitaria. Chiamato a Roma dal papa beato Urbano II, perché lo aiutasse nelle necessità della Chiesa, riuscì tuttavia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita in un eremo vicino al monastero di La Torre in Calabria.
Ma voi, o miei carissimi fratelli, gioite per la vostra sorte beata e per la grande abbondanza della grazia di Dio su di voi. Gioite perché siete restati incolumi
tra i pericoli d’ogni genere e i naufragi di questo mondo in tempesta.
Dalla «Lettera ai suoi figli Certosini» di san Bruno
Lc 11, 5-13
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola del Signore.
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: ‘Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli’» (Lc 11, 5-13).
Il Vangelo, nel brano della liturgia odierna, è un gioco di parole sulla parola significativa e pregnante: ‘amico’. Gesù ci vuole parlare dell’Amore di Dio per ogni creatura, per ogni persona a cui vuole donare la Sua amicizia e il Suo Amore che salva.
“Dio è Amore. Egli ama e vuole essere amato. Dio è Padre, Dio è amico … Padre la cui tenerezza è senza limiti e la potenza uguale all’amore; amico, il cui amore è inalterabile ed è a completa disposizione di tutti i nostri bisogni” (Guillerand, Certosino). Di un ‘Amico’ così eccezionale e vicino a noi possiamo fidarci e, a Lui, affidarci con serenità e sicurezza, per avere gioia e pace nel cuore e nella vita. Dio, che è nostro Padre, nel suo amore ci dona Gesù, l’amico importuno che ci stimola e ci conduce sulla via del bene, della preghiera costante: “per la sua insistenza e la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono, perché è l’Amico che si dona come Pane vivo, che insieme allo Spirito Santo ci porta al Padre. Nell’udienza del 20-9-2022 Papa Francesco diceva: “Chiediamo a Gesù la grazia di vivere una relazione di amicizia col Signore, parlare con Gesù come un amico parla all’amico. … vedere Gesù come il nostro amico, il nostro amico più grande, il nostro amico fedele; lui rimane lì a portata di mano, a portata di cuore perché Lui è fedele sempre … diciamo la preghiera del ’ciao’ , la preghiera di salutare il Signore con il cuore, … con poche parole ma con gesti e con opere buone”.
Chiediamo a Maria, nostra Madre, di aiutarci a vivere con Gesù, l’Amico fidato, e di custodirci nella sua amicizia.
Sr Maria Antonietta
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