Lc 16, 1-8 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare".
L'amministratore disse tra sé: "Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua".
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?". Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta". Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta".
Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Parola del Signore.
"I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce". "La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come Salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sè tutte le cose". (Fil 3,20-21)
Nel brano evangelico di oggi Gesù fa un elogio della scaltrezza dei figli di questo mondo nel paragone con i figli della luce, ma per spronare coloro che sono figli della luce ad essere "semplici come le colombe e prudenti come i serpenti" (Mt 10,16)
In filigrana, come immagine di fondo di tutto il brano, si coglie la condanna della corruzione, uno dei mali tanto diffuso nel nostro tempo e fortemente condannato dal nostro amato Papa Francesco. Che cosa devono fare dunque i figli della luce per essere scaltri? La loro "scaltrezza" dovrebbe consistere nell'usare dei mezzi che questo mondo offre, anche delle nuove tecnologie, per la crescita del Regno di Dio, là dove è la nostra cittadinanza, come afferma san Paolo ai Filippesi. Mentre agiamo quaggiù sulla terra, comportiamoci con ogni bontà, onestà, magnanimità, rettitudine, teniamo fisso lo sguardo lassù donde il Signore Gesù ritornerà e trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso: nella misura in cui saremo stati "luci" per il nostro prossimo, luci che riscaldano il cuore, perchè sanno trasmettere amore, misericordia, tenerezza, perchè sanno trasfondere sul volto dei fratelli la luce del "sorriso di Dio", che appare dal nostro volto, la gloria e la bellezza della Santa Trinità, della Vergine Maria e di tutti i Santi, secondo la misura di questo nostro effonderci sulla terra per amare Dio e il nostro prossimo con tutto il nostro cuore, la nostra forza, la nostra mente, anche noi brilleremo in gloria e bellezza, già su questa terra e poi in pienezza lassù. Allora, auguri di santità e di luminosità gioiosa, anche in tempi difficili come questi, che però possono e devono spronarci ad una maggiore solidarietà e amore tra di noi, in famiglia e verso coloro che sono i più colpiti dalla pandemia. Il Signore Gesù ci conceda la grazia di essere "persone in uscita" con intelligenti iniziative di carità. Così sia.
Sr. M. Liliana
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