A Calcutta in India, Santa Teresa (Agnese) Gonhxa Bojaxhiu, vergine, che, nata in Albania, estinse la sete di Cristo abbandonato sulla croce con la sua immensa carità verso i fratelli più poveri e istituì le Congregazioni delle Missionarie e dei Missionari della Carità al pieno servizio dei malati e dei diseredati.
Lc 6, 6-11
Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C'era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all'uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Parola del Signore.
Nel Vangelo odierno troviamo un incrocio di sguardi.
Gesù vede l’uomo con la mano destra paralizzata, vede la sua sofferenza e il suo bisogno di essere sanato.
Gesù vede anche gli scribi e i farisei che lo scrutano, lo osservano, per vedere se avrebbe guarito quell’uomo in giorno di sabato per avere di che accusarlo.
Gesù vede quanti sono presenti in sinagoga e “guardandoli tutti intorno”, per scuoterli dalla loro mediocrità, domanda loro: “È lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?”.
Questa domanda è una provocazione che riguarda profondamente anche noi. Come ci poniamo di fronte al dolore altrui, allo sguardo implorante di chi è paralizzato da paralisi fisiche o spirituali e chiede aiuto?
Com’è il nostro sguardo su noi stessi, sugli altri, sulla vita? Sappiamo vedere il bello e il buono che Dio ha seminato in noi e intorno a noi o vediamo sempre il lato negativo di tutte le cose?
Perché il nostro sguardo sia vero e cristallino, dobbiamo dimorare nello sguardo di Dio e guardare con i Suoi occhi ogni cosa. Guardare è diverso dal vedere, perché possiamo guardare senza vedere il bisogno dell’altro. Invece, guardare veramente ci spinge ad agire per soccorrere il fratello.
Chi soccorre il fratello non è chi è sano e ha la medicina giusta per guarire il fratello, colui che soccorre è anche lui un malato che sa mettersi al fianco del fratello ferito, nella piena solidarietà, e prestargli semplicemente le mani per ungerlo con l’olio della misericordia e della compassione di Dio.
Chiediamo alla Vergine Madre di donarci occhi per vedere le necessità dei fratelli e cuore per amarli, anche quando ci costa.
“Due cose al mondo non ti abbandonano mai: l’occhio di Dio che sempre ti vede e il cuore della Mamma che sempre ti segue.” (Padre Pio)
sr M. Benedetta
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