Festa di san Francesco, che, dopo una spensierata gioventù, ad Assisi in Umbria si convertì ad una vita evangelica, per servire Gesù Cristo che aveva incontrato
in particolare nei poveri e nei diseredati, facendosi egli stesso povero. Unì a sé in comunità i Frati Minori. A tutti, itinerando, predicò l’amore di Dio, fino anche in Terra Santa, cercando nelle sue parole come nelle azioni la perfetta sequela di Cristo,
e volle morire sulla nuda terra.
Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso
questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l’adorano devono adorarlo
in spirito e verità.
Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d’Assisi
Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
Oggi Vangelo e Francesco si abbracciano. “In essi Dio rifulge”. Ecco, la gloria innalza la grazia, e la grazia innalza l’umiltà, nella benedizione che entra nell’infinito, che inizia sempre nella dimensione segreta e vera della vita. Questo è l’unico luogo del Vangelo dove troviamo l’appellativo solenne di Gesù al Padre “Signore del cielo e della terra”: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai semplici e ai piccoli. Ecco, in questo brano Gesù rivela il suo rapporto filiale con il Padre. Dio invita i piccoli, cioè coloro che lo cercano con cuore semplice, a questo intimo rapporto di amore. Benché sia “Signore del cielo e della terra” Dio vuole essere amato come Padre dal quale tutto riceviamo e a cui ci lega perciò la riconoscenza. La vita di figli però è una conquista, un superamento della sapienza e dell’intelligenza solo mondana per diventare più disponibili, più semplici. Per essere figli dobbiamo convertirci. Perché dei piccoli è il segreto del mondo celeste.
Sr. M. del Buon Consiglio
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