Memoria di san Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa: nato in Dalmazia, nell’odierna Croazia, uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli studi e qui fu battezzato; rapito poi dal fascino di una vita di contemplazione, abbracciò la vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu ordinato sacerdote. Tornato a Roma, divenne segretario di papa Damaso e, stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si ritirò a vita monastica. Fu dottore insigne nel tradurre e spiegare le Sacre Scritture e fu partecipe in modo mirabile delle varie necessità della Chiesa. Giunto infine a un’età avanzata, riposò in pace.
Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: «Scrutate le Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7, 7), per non sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29). Se, infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo.
Dal «Prologo al commento del Profeta Isaia» di san Girolamo, sacerdote
Lc 9, 57-62 Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore.

“Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio” Lc 9,62
Il Signore sceglie e chiama i suoi discepoli. Colui che risponde sì alla chiamata si mette alla sequela del Signore Gesù, “mette mano all’aratro”, cioè inizia l’opera. Colui che risponde sì decide nel suo cuore e con la sua vita di camminare con Gesù e, allora riceve la forza e la luce per compiere questo cammino e non deve più volgersi indietro perché il Signore diviene la sua guida, il suo conforto, il suo riparo, il suo tutto per tutti i giorni della sua vita.
“Volgersi indietro…” è come tornare indietro, riandare alle cose passate. “Se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17) ci ricorda Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi. La novità della nostra vita è legata a Lui, alla sua Parola che in noi trova posto, scopre il terreno adatto per crescere e portare frutto.
La Parola che oggi il Vangelo ci offre: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio” è, al tempo stesso, una affermazione durissima e molto preziosa. Un discepolo deve conoscere le esigenze del cammino che lo attendono perché la sua vita sia feconda e non sterile, luminosa e non spenta, piena di significato e non banale. La sequela del Signore Gesù trasforma profondamente la nostra vita ed essa porta frutti di pace, di gioia, ci dona la certezza che il suo amore misericordioso ci accompagna nel nostro pellegrinaggio terreno.
In questa data, 30 settembre, la Chiesa celebra la memoria di S. Girolamo. La sua famosa frase, ripresa nel testo conciliare Dei Verbum: “Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo” ci richiamare ad approfondire ogni giorno la conoscenza delle Scritture e a farlo con grande amore; diversamente non possiamo dirci cristiani, cioè persone che appartengono a Lui e lo seguono.
Signore, nostra vera speranza,
noi crediamo in Te e nel tuo amore.
Tieni i nostri cuori rivolti verso di Te
e con il tuo Santo Spirito guida i nostri passi!
Sr. Chiara
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